Venerdì scorso se n’è andata una signora che, per anni, è stata una delle colonne del settore Istruzione, Sport e Cultura del Comune di Chivasso: Edda Angeleri Gaudina, più semplicemente “la signora Gaudina“.

Rimasta vedova in giovane età, con la figlia Silvia piccola e Massimo non ancora nato, dovette darsi da fare per poter crescere la sua famiglia e trovò impiego negli uffici comunali.

Per anni fu stretta collaboratrice di Loredana Manfredi, responsabile dell’ufficio dell’Assessorato.

Si interessò di sport e fece dello sport la sua ragione di vita.

Alla fine degli anni ‘60 nacquero in Italia, voluti dal presidente del Coni Giulio Onesti, i Giochi della Gioventù che avevano come fine avvicinare i giovani allo sport.

Quando questi arrivarono nelle piccole realtà di provincia, la signora Gaudina fu una strenua sostenitrice di quelle gare.

Ricordo le squadre delle scuole chivassesi con le magliette e il nome del plesso.

Erano competizioni semplici, la corsa campestre era, perlopiù, il pezzo forte.

Alcune scuole più attrezzate avevano genitori che aiutavano le maestre ad allenare i ragazzi, altre facevano le cose più “casalinghe”: ma per i ragazzi era una grande festa, soprattutto perché si andava a correre al campo “Pastore”.

Grazie a lei si portavano i ragazzi in piscina una volta a settimana: e per molti era un gran lusso.

Nel 1977 nacque il Centro sportivo chivassese Ginnastica Artistica affiliato alla Federazione Ginnastica d’Italia sotto l’egida Coni: la figlia Silvia con altri collaboratori diede il via ai corsi pomeridiani per ragazze e ragazzi portati alla disciplina.

Lei seguiva da fuori le attività e quando nel 1988 lasciò il lavoro diventò presidente dell’associazione e, in seguito, presidente onorario.

È stata una donna combattiva e ha dato ai figli orientamenti importanti per il futuro: se Silvia si è dedicata allo sport, Massimo è oggi funzionario del Parlamento Europeo.

Sulla foto una bellissima frase dà l’idea della sua personalità: “Edda, che sognava alla grande e nel vetro vedeva diamanti...”.

Era di quelle persone che vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno…

 

Franca Sarasso