È stato Boschetto, dopo Mandria, Castelrosso e Betlemme, a festeggiare Sant’Antonio abate: domenica 29 gennaio è stata celebrata la Messa in onore del Santo eremita egiziano, iniziatore della vita ascetica e che, per tradizione, si venera quale protettore degli animali domestici.

L’iconografia lo rappresenta con ai piedi un roseo maialino simbolo di floridezza e, nelle stalle, la sua immagine proteggeva gli animali.

È anche invocato come protettore dei malati di “fuoco di Sant’Antonio” o herpes zoster.

Erano presenti alla liturgia i priori Rosanna Sampò e Matteo Cordero.

Sulla balaustra due ceste di pane e due di prodotti della terra.

L’omelia del prevosto don Davide Smiderle è stata molto severa: alla fine lui stesso si è chiesto se fosse stato catastrofico: ma la lettura del Vangelo delle Beatitudini di Matteo è stata chiara e attuale.

Il parroco ha sottolineato come le Beatitudini vadano contro il pensiero della maggioranza degli uomini: come è possibile essere beati se si piange, se si è poveri, se si è perseguitati?

Don Davide ha proposto una meditazione su cinque punti: il Vangelo è anacronistico perché contrasta la felicità che l’uomo ricerca disperatamente.

La vita, per molti, è sfuggente; il dolore deve essere eliminato e ci sono quelli che pensano di aiutare chi soffre proponendo scelte che sono contrarie alla sacralità della vita, come l’eutanasia.

Ci sono poi i pessimisti che pensano che tutto va male e non riusciranno a vivere serenamente.

Ci sono poi i nuovi sofisti, che pongono al centro di tutto l’uomo e sostengono che egli è la misura di tutte le cose.

Poi ci sono i cristiani che dovrebbero impegnarsi a vivere la Parola di Dio e a metterla in pratica.

Riprendendo la lettera di Paolo ai Corinzi, ha sottolineato che Dio ha scelto ciò che è ignobile e disprezzato e i cristiani devono operare una scelta consapevole verso Dio, andando controcorrente.

Dio per salvarci ha sacrificato l’Unico Figlio: per essere suoi discepoli dobbiamo accettare la logica della sconfitta e aprirci agli altri. All’offertorio ha invitato a pregare perché il Signore conceda la pioggia di cui la terra ha così bisogno.

Al termine della liturgia, sul sagrato, benedizione del pane e dei trattori.

Poi la condivisione del pranzo nella sede della Pro Loco.

f.s.

Redazione Web