Nel 1921, a tre anni dalla fine della Grande Guerra che lasciò sul campo qualcosa come 600 mila morti italiani, la migliore gioventù dell’epoca, il Governo decise di onorare i tanti deceduti che non avevano piastrina di riconoscimento, e dunque non si poteva sapere chi fossero.
Venne dunque stabilito che il corpo di un giovane soldato, di cui non si sapevano né nome né provenienza, fosse portato a Roma e sepolto nel Vittoriano, monumento dedicato a Vittorio Emanuele II, l’Altare della Patria.
A cent’anni da quell’avvenimento si è pensato di riproporre un treno che percorresse lo stesso tratto di strada ferrata per ricordare quegli avvenimenti.
Prima della pandemia, l’Associazione Nazionale Ferrovieri del Genio aveva programmato l’evento, mettendosi in contatto con le autorità competenti.
Purtroppo tutto si era bloccato, ma nel 2021 il Ministero della Difesa ha ripreso l’idea e il treno ha visto finalmente la luce. Il 29 ottobre dello scorso anno il convoglio, composto come quello originario, era partito da Cervignano, stazione che attualmente serve anche Aquileia, e ha ripercorso la stessa strada.
Questa volta sono stati gli ex genieri a condurre il treno a Roma, in testa una locomotiva a vapore.
Ora la Fondazione Ferrovie dello Stato ha deciso di offrire alla popolazione la possibilità di visitare il treno, essendo stata allestita una mostra di cimeli, foto e altri ricordi della guerra.
Il convoglio, partito da Trieste, sta toccando tutti i capoluoghi di regione fermandosi un giorno in ogni città.
Anche i chivassesi hanno avuto il privilegio di vederlo e rendergli onore durante una sosta tecnica: venendo da Aosta, dove ha sostato lunedì 9 ottobre, per proseguire per Genova, si è avuta la possibilità di omaggiarlo.
Alla stazione tutte le associazioni d’arma erano presenti con bandiere e labari: alpini, bersaglieri, marinai, ferrovieri del genio, fanti, oltre a Cri, direttivo della Pro Loco L’Agricola, Lions e molta gente che ha approfittato dell’occasione per rinfrescare i ricordi di un tempo lontano.
È stato suonato l’inno del Piave, poi il Silenzio.
“Ringrazio Rete Ferroviaria Italiana e il direttore generale di Fondazione Fs Italiane Luigi Cantamessa per aver consentito a Chivasso di tributare il proprio saluto al Treno del Milite Ignoto – ha detto il sindaco Castello –. Il Consiglio comunale, lo scorso anno, ha conferito la cittadinanza onoraria proprio al Milite Ignoto, a conferma di quanto siano sinceri i legami con chi ha sacrificato la propria vita in una disumana risoluzione di dissidi come la guerra, contro cui opponiamo, oggi più che mai, la nostra assoluta avversione”.
È stata una serata carica di emozione e partecipazione: anche se questo è solo il cenotafio di quel treno, chi si è recato in stazione ha testimoniato che certi valori non passano.
Franca Sarasso