È mancato la scorsa settimana il chivassese che ha fatto conoscere in tutta Italia il dolce tipico della città, i Nocciolini o Noasett, come si chiamavano nel primo decennio dell’800 quando Giovanni Vincenzo Angelo Podio li inventò: Roberto Fontana.

Era nato a Chivasso nel 1934, nel Borgo Posta dove la mamma e la nonna gestivano un bar situato dove ora si trova il laboratorio dolciario.

Le due signore erano molto attive nel panorama sociale: organizzavano la festa del Borgo, San Grato, e per l’occasione affittavano il ballo a palchetto che veniva piazzato nel prato vicino alla loro casa dove ora sorge un gran palazzo.

Roberto non si appassionò allo studio e a 15 anni, per sbarcare il lunario, andò a lavorare come garzone a Torino in una pellicceria, per imparare il mestiere.

In seguito abbandonò questo lavoro per diventare rappresentante di Ferrero che, all’epoca, vendeva caffè.

tornò a Chivasso e nel 1965 aprì, al posto del bar che mamma e nonna avevano gestito per anni, un laboratorio di pasticceria, finalizzato alla produzione e vendita di pasticceria fresca e secca.

Quell’anno ha dato a Roberto la possibilità di iniziare un’attività che lo avrebbe arricchito; infatti un pasticciere lavorante da Giovanni De Marco, che aveva rilevato la pasticceria Nazzaro situata in via Torino, fu avvelenato, e la produzione dei Nocciolini si interruppe.

De Marco cercò altri artigiani cui affidare quell’incarico e la scelta cadde su Roberto che, nel frattempo, aveva sposato Mariella Perego.

I due sposi iniziarono a produrre i dolcetti con un’apposita macchina realizzata artigianalmente e due anni dopo introdussero nel loro laboratorio una nuova macchina colatrice realizzata dal milanese Ferrini.

Negli anni ’70 Fontana commercializzò i Nocciolini nel torinese, partecipando a diverse fiere espositive di settore.

Poi entrò in contatto con Autogrill Pavesi, cui forniva i pacchetti sottovuoto e, negli anni ’80, divenne l’esclusivo fornitore di Nocciolini per prestigiosi negozi e locali di Torino, come Paissa, Stratta, Caval d’Brons, Ghigo.

Un amico portò i suoi Nocciolini in America: là c’era qualcuno che li avrebbe voluti commercializzare, ma lui disse di no, perché avrebbe dovuto ingrandire la sua ditta, ed era soddisfatto del denaro che guadagnava all’epoca, con il suo onesto lavoro.

La dolciaria Fontana era una ditta a conduzione familiare: prima la mamma, poi la moglie e, in particolari periodi dell’anno, anche la figlia (affermata pianista e concertista) lavoravano nel laboratorio.

L’attività iniziava alle quattro del mattino e, con l’andar del tempo, si iniziò a produrre la torta di nocciole – la classica bassa e senza farina –, panettoni e colombe pasquali. Nel 1994 cedette l’azienda a Romualdo Pàttaro e godette la meritata pensione, in modo sobrio e semplice.

Amava chiacchierare con gli amici del Poggio di Castagneto dove aveva casa, ma non disdegnava Sestri Levante per le vacanze, e cercava la compagnia degli amici chivassesi che trascorrevano le ferie nel nord della Toscana.

La figlia, che aveva smesso di tenere concerti e si era laureata in legge, si era trasferita a Biella e lui e la moglie l’avevano seguita: ma le vere amicizie erano quelle di Chivasso, dove è tornato per l’ultimo viaggio.

Franca Sarasso

Redazione Web