Venerdì 16 dicembre, nella cappella San Giovanni Paolo II, don Davide Smiderle ha tenuto l’ultimo incontro programmato sulla liturgia, seguendo le indicazioni che il Santo Padre Francesco suggerisce con la Lettera apostolica “Desiderio desideravi”.
Il tema da analizzare era “I ministeri dell’aula”: titolo provocatorio, ha sottolineato il relatore, che gli “addetti ai lavori” già presenti agli altri appuntamenti dovevano elaborare a casa.
Così passo passo, a partire dal significato filologico del termine “aula”, si è appurato che con esso si indica lo spazio della chiesa che sta fra la porta di ingresso e la balaustra che, una volta, separava il presbiterio dai fedeli.
Quindi i “ministeri dell’aula” sono relativi ai praticanti.
Partendo dal punto di arrivo del precedente incontro, cioè che è importante, per chi entra in chiesa, trovare un ambiente illumina[1]to, pulito e conforme alla preghiera, si sono considerati gli atteggiamenti di chi usufruisce del luogo sacro saltuariamente (battesimi, matrimoni e funerali).
Alcune persone, non avendo dimestichezza con l’ambiente, si sentono spaesate: è compito della comunità accoglierle adeguatamente.
Uno sguardo di benvenuto rivolto a un vicino che non si conosce, un invito a occupare posti liberi nei banchi più vicini all’altare, o a provare i ritornelli dei canti che si eseguiranno nella liturgia, sono piccoli accorgimenti che fanno percepire la disponibilità all’accoglienza, come il cammino sinodale ci invita a fare.
Anche la coralità nelle proclamazioni di alcune preghiere collettive è segno di ordine e di armonia nella celebrazione.
Nel nostro piccolo abbiamo esaminato alcuni fra gli aspetti che riteniamo importanti per raggiungere la consapevolezza di essere un solo corpo, mettere ordine nel nostro mondo interiore e formarci.
Franca Sarasso
Redazione Web