Venerdì 25 novembre la città ha messo in campo una serie di iniziative per sensibilizzare la cittadinanza sul delicato e drammaticamente attuale tema della violenza di genere: attualità che, purtroppo, solo poche settimane fa ha coinvolto direttamente Chivasso, con l’omicidio di Giuseppina Arena, entrata nel lunghissimo e triste elenco delle vittime di femminicidio.

Nei giorni antecedenti la ricorrenza i consiglieri comunali hanno ridipinto le panchine rosse presenti sul territorio, mentre nella giornata di venerdì i commercianti sono stati invitati a mettere fuori dal loro negozio una sedia, il “posto occupato”, uno dei simboli di questa giornata.

Nella prima parte del pomeriggio, poi, in piazza della Repubblica si è svolto il flashmob “Penelope vuol partire”, promosso dall’Amministrazione comunale in collaborazione con il Centro antiviolenza Punto a Capo.

Alle 18 da piazza d’Armi è partita la fiaccolata che ha visto la presenza di diversi sindaci della zona e che ha attraversato il centro, terminando di fronte a Palazzo Santa Chiara.

Infine, lungo tutta la giornata, attraverso il link messo a disposizione sul sito del Comune, è stato possibile visionare il cortometraggio “Un amore da prima pagina”, realizzato dai ragazzi che frequentano i centri giovanili comunali.

Da segnalare anche che al centro commerciale di via Caluso è stata presentata – presente il consigliere regionale Gianluca Gavazza – la campagna per la sensibilizzazione organizzata dall’Arma dei Carabinieri in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: per dire “No!” e “Mettere un punto” a qualsiasi forma di comportamento violento, sia fisico che psicologico, contro le donne.

Nella galleria di negozi è stato allestito un presidio per la distribuzione di materiale informativo.

Le tante iniziative, che hanno coinvolto i media tradizionali, il web e i social, hanno anche un altro obiettivo fondamentale: convincere le donne che subiscono maltrattamenti o vessazioni di qualsiasi tipo a rivolgersi con fiducia ai Carabinieri, denunciando i fatti.

Non è giusto subire violenze o privazioni della propria dignità, tanto meno all’interno delle mura domestiche, quando l’autore è una persona cara“: per questo l’Arma punta a far diminuire il numero dei cosiddetti “reati sommersi”, spronando le vittime a muovere il primo passo verso la libertà, sporgendo denuncia.

Redazione Web