…” Ci mostri che l’amore e’ cingersi il grembiule, sapersi inginocchiare…”, anche con queste parole del canto ” Servire” la Cappella dell’Ospedale di Ivrea è stata inondata al momento dell’Offertorio durante la Messa officiata dal nostro nuovo Vescovo Daniele Salera e svoltasi nel pomeriggio di martedì 15 aprile in vista della Pasqua.
Questa volta la Cappella ha accolto più persone rispetto le precedenti edizioni. Piano piano il personale, i ricoverati, i parenti, le religiose e i semplici cittadini stanno aumentando.
Poi il coro delle ” Voci in bianco” che ha animato la Messa con i canti, le letture, le intenzioni di preghiera con le quali si invoca l’ascolto del Signore affinchè le richieste di Pace, di illuminare le menti dei potenti, di accompagnare chi soffre, chi è malato, ricoverato e per chi di tutti loro si prende cura a ogni livello della rete assistenziale possano essere ascoltate ed esaudite.
Sono state anche ricordate le persone che hanno fatto parte della grande famiglia ospedaliera e sono ora parte di quella eterna; tra queste un pensiero particolare è andato alla cara dottoressa Nella Franco.
Il Vescovo Daniele in un passaggio della sua omelia ha utilizzato una interessante metafora descrivendo “una corazza di luce” l’abito mentale e spirituale che lascia in ognuno di noi l’aver dovuto affrontare una prova, qualunque essa sia stata, trasformandoci per sempre.
Non saremo più quelli che eravamo prima.
Ognuno ha la sua storia, un fardello differente anche per tempi e modalità, ma che nel processo di cambiamento porta a entrare maggiormente in connessione profonda con ” l’altro”.
Una relazione che diventa fraternità.
Una vita che non è più soltanto nostra, ma anche per gli altri. E, pensando alla professione di cura che esercitiamo noi del Coro, non poteva esserci riflessione più azzeccata.
La Messa termina con la benedizione finale impartita dal Vescovo accompagnata da una mimica facciale che pare scivolare in un sorriso divertito.
Qualcosa ha catturato la sua attenzione così come noi siamo stati catturati dalla sua lucida, semplice e umana interpretazione della Parola.
Custodiremo nel cuore e nella mente questo momento di spiritualità ringraziando per questo dono il diacono e corista Marco Florio che l’ha pensato e organizzato, Don Sheejan che ha concelebrato insieme all’instancabile diacono Emiliano Ricci.