Può l’industria della “Life Science” rappresentare un futuro per il Piemonte?
Se lo sono chiesti Confindustria Piemonte e Unicredit – in collaborazione con Ires Piemonte e il Bioindustry Park “Silvano Fumero” S.p.A – nel corso di un incontro avvenuto venerdì 8 luglio, che ha fornito interessanti spunti di riflessione sulle prospettive di crescita di un segmento in cui si fondono imprese del farmaco e dispositivi, ricerca e tante – e sempre crescenti in numero e importanza – start up innovative cui necessitano l’occasione di lancio e… i fondi necessari.
La nostra regione è leader di incubazione di startup nel settore della salute umana, con un 24% del totale nazionale, il cui core è naturalmente il Bioindustry Park canavesano, con 42 soggetti insediati (di cui 5 grandi imprese, 1 media, 29 piccole, 4 centri di ricerca, 2 Associazioni ITS Biotecnologie e Nuove Scienze della vita) e il cui sviluppo è stato potenziato dal Polo di Innovazione Biopmed, in collaborazione con 4 Università, Politecnico di Torino e centri di ricerca.
“A sua volta, Confindustria Piemonte – evidenzia il suo presidente Marco Gay – ha inserito il settore delle Life Science tra i 10 obiettivi verticali, 10 settori produttivi e 10 eccellenze su cui puntare per il futuro della nostra economia, con il Piano Industriale del Piemonte, grazie agli investimenti possibili tramite il PNRR e la prossima programmazione europea”.
Ma anche un importante ente finanziario come UniCredit crede fortemente nella ricerca, sostenendo attraverso UniCredit Start Lab le connessioni tra start up e le controparti sia industriali che finanziarie; si tratta di contatti con oltre 700 aziende e 800 investitori. Negli ultimi 5 anni il Piemonte ha visto salire del 30% la crescita del fatturato delle 39 aziende specializzate nella produzione di farmaci, fatto che avvalora il sogno di creare una sorta di asse tra leader globali delle Life Science, Lombardia ed Emilia e Rhône Alpes e magari, perché no, estendere a sud la Biovalley oggi leader in Europa, quella sviluppatasi tra Alsazia, Baden Guttenberg e area di Basilea. Ma ci sono carenze a livello di formazione dei medici ricercatori; restano da potenziare i programmi di specializzazione e dottorato, specie i dottorati industriali.
Una tavola rotonda, moderata da Laura Gillio Meina (Country Leader di Boston Scientific Italia), ha dato modo di conoscere 3 geniali startup made in Piemonte e una realtà consolidata già acquisita da Novartis, a riprova del fatto che la nostra competitività può ancora crescere e che il futuro non è così lontano.
Paola Ghigo