(Filippo Ciantia)
Il 5 gennaio è salito al cielo Luigi, figlio di Giacomo e Maddalena, cari amici. Affetto da una grave malattia congenita, il piccolo Luigi è stato custodito con amore nel seno di Maddalena e amato con maturità ed energia dal suo papà. È nato, è stato abbracciato e battezzato e dopo poche ore ha compiuto il suo cammino terreno. Ha svolto un compito grande, il più nobile: indicare che siamo fatti per essere amati e per amare il cielo, cioè la profondità della vita vera di ciascuno e il destino buono.
Nel pomeriggio, durante il Rosario in suo suffragio trasmesso per via digitale, ho visto un fratellino accarezzare dolcemente, come solo i bambini sanno fare, la guancia di Luigi nella piccola bara che lo accoglieva.
Il 7 gennaio, Matteo e Giulia mi hanno mandato una foto dei tre nipotini, mentre si apprestavano a spegnere 6 candeline di una torta di compleanno. Non ho colto subito: ma poi ho ricordato che 6 anni prima nasceva Samuele, nipotino morto dopo solo due giorni, anch’egli custodito nel seno della madre, accolto, amato, affidato al battesimo e seguito fino al suo ultimo passo.
Matteo e Davide, altri nipotini che ci hanno sfiorati come un soffio e saliti al cielo senza allietarci del loro sorriso, della loro parola o delle loro gesta, sono stati anch’essi accolti, amati e accompagnati al fine. Come Samuele, hanno la loro piccola tomba.
Capita di ricevere foto dei loro fratellini e sorelline, che portano fiori al cimitero, fieri dei loro fratelli. Abbiamo disegni della famiglia, con un cuoricino in cielo che ha il volto del fratello “più grande”, non per età, ma perché realizzato pienamente.
“… la madre di San Francesco veniva considerata beata perché ancora in vita ha assistito alla canonizzazione di suo figlio, ma tu sei mille volte più fortunata! Tu sai con la sua stessa certezza che tuo figlio è un santo nei cieli, e lo sai dal primo giorno di quel figlio amato, senza vederlo attraversare, per arrivare alla gloria, tutto un cammino di dolori… Agli altri tuoi figli hai dato con la vita la speranza della felicità celeste, e allo stesso tempo una condizione sottoposta a molte sofferenze. A questo hai dato fin dal primo istante la realtà della felicità nei cieli, senza incertezze, senza attesa, senza alcuna pena […] sei la madre di un santo …”.
(Charles de Foucauld)