II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
Videro dove dimorava e rimasero con lui
(Elisa Moro)
“Che cercate?” “Maestro dove abiti?” (Gv. 1, 38). Il Vangelo della II domenica del tempo per annum si apre con una scena di profonda umanità del Cristo, ma anche di ricerca di una autenticità piena, la risposta a cui Sant’Agostino giunge attraverso un lungo cammino di crescita: “Come ti cerco, dunque Signore? Cercando te, Dio mio, io cerco la felicità della vita. Ti cercherò perché l’anima mia viva”. (Confessioni IV 10, 20, 29).
Due sono i pensieri che si possono ricavare da questo denso brano di sequela proposto da Giovanni.
Anzitutto, due discepoli, che seguono, sulla parola del Battista, un uomo, trentenne, a loro sconosciuto. Una scena di evangelizzazione autentica, fatta non di parole ma di sguardi: “l’amico dello sposo (il Battista) non voleva trattenere per sé i discepoli” (Agostino, C. Ev. VII). Gli occhi e la voce del Battista sono talmente pieni del mistero di Cristo, che il semplice contatto con quello sguardo spingono alcuni suoi discepoli a seguire Cristo: il successo della missione non è nelle parole, ma nel modo autentico con cui le si comunica e le si vive.
Quello del Battista è l’impegno della Chiesa e di ogni battezzato: mostrare il volto appassionato di chi indica il Cristo nel quotidiano, nutrire i tanti affamati che sono ormai lontani dalla fede e che, nelle pieghe dell’ordinario, della vita vissuta ogni giorno, recuperano fiducia verso la salvezza, verso la pienezza autentica dell’esistenza.
“Erano circa le quattro del pomeriggio” (Gv. 1, 39). È questo il secondo aspetto su cui riflettere, un dettaglio quello riportato dall’Evangelista, che è sintesi di tutto il quadro proposto: un incontro, quello tra i primi Apostoli e Cristo, che cambia l’esistenza e di cui si ricorda l’ora, anche a distanza di tempo. Le quattro del pomeriggio sono l’ “oggi” della salvezza rivelata, l’ora in cui Cristo attende ciascuno per l’incontro unico, per posare lo sguardo ricolmo di amore; “questo è il senso cristiano del «carpe diem»: cogli l’oggi in cui Dio ti chiama per donarti la salvezza!” (Benedetto XVI, 27/01/2013)
Questa parola, la stessa indicazione temporale, aiuta, all’inizio del tempo definito “ordinario”, ad avere uno sguardo di fede sulla quotidianità, unico luogo dell’autentica e piena salvezza, “occasione” preziosa per amare Dio, per vivere un continuo slancio di inizio, nella consapevolezza che “da quell’incontro se ne esce trasformati, la vita stessa” diventa “attraversata da Cristo” (Giovanni Paolo II, 9/08/2000).