(Ferdinando Zorzi)
L’esigenza di distinguere nettamente il bene dal male si è manifestata a più riprese nella storia umana in generale e in quella del Cristianesimo in particolare. Già in epoca antica, il manicheismo proponeva una concezione dualistica della realtà; ne furono eredi i Catari, che nel Medioevo si allontanarono dalla Chiesa romana, costituendo una società separata di “puri” (ciò significa il termine greco) e sottoponendosi a una rigida disciplina di precetti che rifiutavano la dimensione corporale, considerata esclusivamente come fonte di perdizione.
Anche ai giorni nostri, il bisogno di discernere chiaramente il giusto dallo sbagliato, i buoni dai cattivi esempi, finisce per scontrarsi con l’evidenza: bene e male crescono insieme e finiscono per apparire inestricabili, nel mondo e perfino all’interno della Chiesa. Anche i papi hanno espresso questa consapevolezza negli ultimi decenni, dalla clamorosa frase di San Paolo VI sul “fumo di Satana nel tempio di Dio” al discorso in cui Benedetto XVI (ancora cardinal Ratzinger) parlava di “sporcizia nella Chiesa”.
Eppure, viene da dire, era già tutto previsto nella celeberrima parabola “della zizzania”, che però è anche, se non soprattutto, la storia del “buon seme”. Grano e loglio cresceranno insieme, né vi sarà modo, prima della fine dei tempi, di raccogliere l’erba cattiva senza rischiare di sradicare ciò che dà frutto.
E allora che cosa possono fare le persone, in attesa della giustizia ultima, per separare l’ottimo dal pessimo? Forse si può trovare una risposta in un particolare: il nemico è venuto «mentre tutti dormivano»; allora, tenere desta l’attenzione alla Parola del Signore e a quanto avviene nel mondo può essere un primo passo per imboccare la strada del regno dei cieli.
Mt 13,24-30 (forma breve)
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».