L’ansia di essere pronti ci attanaglia sempre, e la paura di essere colti impreparati da una situazione è fra i nostri maggiori timori. Gesù, come al solito, è lì che ci va a colpire, perché, inutile nascondercelo, Gesù vuole che superiamo noi stessi, perché solo così possiamo crescere. No, questa volta dovremo andare avanti senza contare su noi stessi: niente bagaglio, niente cose che ci siamo preparati. Dobbiamo fidarci di Lui, scommettere tutto, giocarci tutto. Luca è il Vangelo della Rinuncia assoluta.

La missione che abbiamo davanti, poi, non ammette ritardi né indugi; c’è una fretta che pervade il vangelo e il testo, o meglio un’urgenza: non c’è tempo neppure di fermarsi a salutare. Se la missione è urgente, essa però non deve essere violenta: annunciare la pace, non la guerra, non un rovesciamento; quella pace va mantenuta, deve restare per lo meno in noi, che non dobbiamo adirarci davanti ai rifiuti.

La missione, che consiste nell’annuncio della verità, non dev’essere impositiva (mai Gesù dice di costringere), eppure dev’essere dura, almeno quanto dev’essere chiara: non possiamo non dirla la verità, noi dobbiamo dirla, poi sta al nostro interlocutore accoglierla o respingerla, ma noi dobbiamo dirla senza sconti (cosa che, ovviamente, non implica un mancare di rispetto all’altro né un non volergli bene; possiamo e dobbiamo essere amici di tutti, ma sulla verità non dobbiamo transire).

Infine viene l’affermazione di Gesù sul Diavolo. No, se c’è un rischio che abbiamo, è di abituarci al Vangelo, di darlo per scontato: no, questa frase non è semplice, non è chiara, deve impensierirci. Che cosa vuol dire che Gesù vede precipitare il Diavolo?

Dobbiamo abituarci ad un modo di pensare, e di scrivere, che non è più usuale oggi e che è quello della profezia. In essa, intere immagini o corredi di immagini possono stare per qualcos’altro, non come in una allegoria o in una metafora, ma come veicolo che il linguaggio utilizza per veicolare concetti complessi, non tramite paroloni ma tramite immagini. È un significato che ci vuole essere trasmesso, tramite immagini, come nei midrashim.

L’immagine del Diavolo che precipita è utilizzata da Gesù per informare i suoi discepoli che le loro azioni significano e comportano la fine del dominio del Diavolo (cfr. Gv. 12; 31), e il sopraggiungere del regno, della Basileia, di Dio. La pace che trionfa sulla guerra, la Verità sulla menzogna, la libertà sull’oppressione. Queste parole significano lo stesso per noi, se Lo fai.

 

Lc 10,1-9 (Forma breve)

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi quelli che vi lavorano! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi chi lavori nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».