Il Maestro disse: “Un’eccessiva prodigalità conduce all’immodestia, un’eccessiva frugalità conduce alla grettezza. Tuttavia, all’immodestia è preferibile la grettezza”. Questo che vi propongo è un detto di Confucio (pensatore cinese del VI secolo A.C.) riportato ne “I Dialoghi”. A dimostrazione di quanto universale sia il monito morale all’eccessivo interesse sulle ricchezze.

Il passo di oggi si apre con un tale che fa una domanda a Gesù. Gesù quasi ci spiazza, rifiutando apparentemente la Sua autorità e dicendosi inadatto a giudicare la questione: in realtà Gesù non è privo di autorità, come dimostrano altri passaggi (cfr. Gv 17, 2). Gesù, semplicemente, rifiuta di far da giudice su una domanda bassa, che il Suo discorso trascende. Il discorso di Gesù ha un commentatore di eccezione nel patriota Irlandese Patrick Pearse. Nella poesia “Il Pazzo” egli (“il pazzo”) si lancia contro chi lo accusa di “aver sprecato quegli splendidi anni della […] giovinezza nel tentare cose impossibili”, e “di aver tentato di dare forma a un songo sognato dal cuore, e che solo il cuore può contenere”. La sua risposta è disarmante: “Ho udito nel mio cuore che un uomo disperderà e non accumulerà, o Cristo stava bleffando, e la mia colpa davanti agli uomini e di averlo preso sul serio?”.

Anche noi facciamo i saggi, i savi, che si dicono che in fondo non va preso sul serio: che c’è di male ad esser ricchi? Nulla, come ci spiegherebbe Clemente Alessandrino, se dopo spendiamo per gli altri. Non accumulando per noi stessi. E non condanniamo quei “pazzi” che invece si spendono per un sogno, come poteva esserlo quello di Gesù. Naturalmente il sogno di Gesù, essendo quello di Dio, prima o poi si realizzerà, ma noi ne faremo parte? Il testo Greco è più forte di quello italiano, perché il Greco ha per “anima” e “vita” la stessa parola (psuché), e dunque Dio risponde: “Stasera ti sarà richiesta l’anima” (proprio ciò a cui lui stava parlando). Questo un giorno capiterà anche a noi. Pearse scriveva: “Saggi, che direte se il sogno diverrà realtà, e milioni di persone non ancora nate vivranno nel mondo che io avrò formato nel mio cuore, la nobile casa del mio pensiero?”.

Seguendo Gesù nel mettere via per il Regno dei Cieli (realtà che ancora non vediamo), dovremmo seguire l’ammonimento di Pearse: “Voi sarete pazzi come me, vi giocherete tutto, per non perdere ciò che è più di tutto! Prenderete Cristo alla lettera, e di questo risponderò. O popolo che ho amato, non risponderemo forse insieme?”.

un giovane della diocesi

 

Lc 12,13-21

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù:
«Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni;
ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”.
Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé