(Elisa Moro)
“Il Verbo di Dio, che è Verità e Vita insieme al Padre, si è fatto Via assumendo la natura umana” (Sant’Agostino, Sermoni 141-142): Cristo chiede ai suoi Apostoli, in questa pagina di Vangelo, tratta dai discorsi che seguono l’Ultima Cena (Gv. 14, 1 – 12), di riporre la loro fede in Lui. Emergono, in particolare, le domande di due dei Dodici, Tommaso e Filippo, che sono quelle che ogni credente si pone in un autentico cammino di fede.
“Signore non sappiamo dove vai…. Io sono la via, la verità e la vita” (v. 5). L’inquietudine di Tommaso è una sete desiderosa di felicità eterna, egli vuole conoscere il percorso per trovare la fonte da cui scaturisce la salvezza e la gioia. “Senza inquietudine siamo sterili” ha affermato con forza Papa Francesco (Omelia 03/01/2014), segnalando il dramma di tanti credenti, quello di accontentarsi di una vita cristiana superficiale, senza il desiderio di mettersi in cammino, magari con fatica: “è meglio zoppicare sulla via”, diceva San Tommaso d’Aquino, “che camminare a forte andatura fuori strada; accogli dunque Cristo perché egli è la via” (Espos. su Giovanni, cap. 14); solo Lui offre quella pienezza di vita, che “libera dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore e dall’isolamento” (Evangelii Gaudium n° 1).
“Signore, mostraci il Padre e ci basta… Chi ha visto me ha visto il Padre” (v. 8-9). Gesù si presenta, a Filippo e ai Dodici, come la manifestazione piena del Padre; Egli racchiude sinteticamente “la novità del Nuovo Testamento: Dio si può vedere, Dio ha manifestato il suo volto, è visibile in Gesù Cristo” (Benedetto XVI 16/01/2013). La ricerca del volto di Dio, accanto alla consapevolezza che non può essere rappresentato (ancora presente nel mondo ebraico), è un tema caro all’Antico Testamento (Es. 33). Questo porta ad una riflessione attuale: Dio non può essere ridotto ad un oggetto dei propri bisogni, ma, affermando che abbia un volto, si riconosce la sua relazionalità, il suo farsi prossimo con l’uomo.
“Il tuo volto Signore io cerco” (Sal. 26, 8): possa crescere in ciascuno l’insito desiderio di vedere il volto di Dio, di crescere nella Sua amicizia, con le parole di Sant’Agostino: “Signore mio Dio, unica mia Speranza, fa’ che, stanco, non smetta di cercarTi, ma cerchi il Tuo Volto sempre con ardore” (De Trinitate 15, 28, 51).
Gv 14,1-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?».
Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».