(Elisa Moro) – “Flos Carmeli, vitis florigera, splendor coeli, Virgo puerpera, singularis – Fior del Carmelo, vite fiorita, splendore del cielo, tu solamente sei vergine e madre”: inizia con queste parole la sequenza dedicata alla Beata Vergine del Monte Carmelo, la cui festa ricorre il 16 luglio.

Una solennità che riporta la mente ed il cuore al silenzio penetrante e mistico dei monti che uniscono la Samaria alla pianura di Esdrelon, alla Catena del Carmelo appunto. Un paesaggio essenziale, arcaico, un luogo già amato e prediletto dai profeti veterotestamentari – tra cui il Profeta Elia (1Re), da sempre deputato alla relazione e al dialogo con l’Assoluto.

Nel Primo Libro dei Re dell’Antico Testamento si racconta che il profeta Elia, che raccolse una comunità di uomini proprio sul monte Carmelo (in aramaico «giardino»), operò in difesa della purezza della fede in Dio, vincendo una sfida contro i sacerdoti del dio Baal. Il profeta ebbe la visione della venuta della Vergine, che si alzava come una piccola nube dalla terra verso il monte, portando una provvidenziale pioggia, salvando così Israele da una devastante siccità. In quella nube piccola “come una mano d’uomo” tutti i mistici cristiani e gli esegeti, hanno sempre visto una profetica immagine della Vergine Maria, che portando in sé il Verbo divino, ha dato la vita e la fecondità al mondo.

La Tradizione racconta che già prima del Cristianesimo, sul Monte Carmelo (Karmel = giardino-paradiso di Dio) si ritiravano degli eremiti, vicino alla fontana del profeta Elia, poi gli eremiti proseguirono ad abitarvi anche dopo l’avvento del cristianesimo e verso il 93 un gruppo di essi che si chiamarono poi “Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo”, costruirono una cappella dedicata alla Vergine, sempre vicino alla fontana di Elia.

Si iniziò così un culto verso Maria, il più bel fiore di quel giardino di Dio, che divenne la ‘Stella Maris’ del popolo cristiano. E sul Carmelo, nella seconda metà del sec. XII, giunsero alcuni pellegrini occidentali, probabilmente al seguito delle ultime crociate del secolo; proseguendo il secolare culto mariano esistente, si unirono in un Ordine religioso fondato in onore della Vergine, alla quale i suddetti religiosi si professavano particolarmente legati.

L’Ordine non ebbe quindi un fondatore vero e proprio, anche se considera il profeta Elia come suo patriarca e modello; il patriarca di Gerusalemme San Alberto Avogadro (1206-1214), originario dell’Italia, precisamente di Vercelli, dettò una ‘Regola di vita’, approvata nel 1226 da Papa Onorio III.

Costretti a lasciare la Palestina a causa dell’invasione saracena, i monaci Carmelitani, come ormai si chiamavano, fuggirono in Occidente, dove fondarono diversi monasteri: Messina e Marsiglia nel 1238; Kent in Inghilterra nel 1242; Pisa nel 1249; Parigi nel 1254, diffondendo il culto di Colei che: “le è stata data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron” (Is 35,2).

Il 16 luglio del 1251 la Vergine circondata da angeli e con il Bambino in braccio, apparve al primo Padre Generale dell’Ordine, il Beato Simone Stock, al quale diede lo ‘scapolare’ col ‘privilegio sabatino’, che consiste nella promessa della salvezza dall’inferno, per coloro che lo indossano e la sollecita liberazione dalle pene del Purgatorio il sabato seguente alla loro morte.

Papa Pio XII affermò che “chi lo indossa viene associato in modo più o meno stretto, all’Ordine Carmelitano”, aggiungendo che  “la devozione allo Scapolare ha fatto riversare su tutto il mondo, fiumi di grazie spirituali e temporali”.

Maria, regina del Monte Carmelo, indica la via sicura da seguire per incontrare Suo Figlio: è la porta del Cielo, l’avvocata sicura, la fonte di speranza tra i continui perigli della vita.

La spiritualità intensa del Carmelo, nel corso dei secoli, ha anche dato alla Chiesa numerosi Santi, molti dei quali dottori della Chiesa: Giovanni della Croce, Teresa d’Avila, Teresa del Bambin Gesù.

Questi Santi sono certamente maestri di vita, che offrono messaggi per ricostruire l’esperienza spirituale che ogni fedele deve personalizzare, in ogni luogo ed epoca; sono amici e guide della vita di fede e dell’avventura dei cristiani nella ricerca di Dio e nella realizzazione della vocazione alla santità.

Ecco la vera attualità del Carmelo: una ricerca del Vero assoluto, attraendo ad un vita più essenziale ed autentica, fino ad approssimarsi a Dio, grazie all’amicizia e alla guida dei Santi e della Beata Vergine.

Il grande monaco e maestro spirituale Thomas Merton, devoto del Carmelo e in modo particolare di Giovanni della Croce, ha voluto dedicare il suo libro “Ascesa alla verità” a nostra Signora del Monte Carmelo, e ha così scritto nella sua Introduzione: «Sotto il titolo, fra tanti altri, di Madonna del Carmelo, la Santa Vergine è venerata come Patrona dei contemplativi che cercano di condividere con altri i frutti della loro contemplazione. Il fine dell’Ordine fondato in suo onore è quello di far raggiungere ai suoi membri, sotto la di Lei guida, le vette della contemplazione mistica, e di far conseguire ad altri questo stesso fine per la sua intercessione. Non c’è membro della Chiesa che non debba qualche cosa al Carmelo».

La Madonna del Carmelo indica ad ogni fedele la missione di rendere il mondo un autentico “giardino di Dio”, ricordando ad ognuno che Dio, autentico Amore e misericordia senza limiti, è, parafrasando quanto Santa Teresa d’Avila affermava al termine della sua autobiografia: “ganoso de darse – desideroso di donarsi”; Egli solo “tasa se nos da – si dona senza misura”.

Proprio 10 anni orsono fu realizzato questo video, ospiti delle sorelle Carmelitane del monastero Mater Carmeli di Biella, che ebbero l onore di ricevere la visita di Padre Fernando Millan Romeral, l’allora priore generale dei Carmelitani.

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