Nel corso dell’Anno Liturgico la festa della Madonna Addolorata si colloca, a partire almeno dal XVII Secolo, il giorno seguente quella della Esaltazione della Santa Croce.
Ma da molto tempo prima, almeno dall’anno mille in poi, il popolo di Dio ha lasciato che il cuore di ogni cristiano si aprisse alla condivisione di quel dolore assoluto, che la Madre conosce e sopporta condividendo la passione e morte del proprio figlio.
Mille anni nel corso dei quali Maria è, anche così, chiaramente percepita e riconosciuta quale “specchio della Chiesa”, secondo la felice intuizione del Card. Padre Raniero Cantalamessa, che informa come “anche i fatti sono parole”, secondo l’insegnamento di Sant’Agostino e, così, Maria “è parola di Dio non solo per ciò che dice nella Scrittura o per ciò che si dice di Lei, ma anche per quello che fa e che è. Anche il suo semplice stare sotto la Croce è un segno e quanto denso di significato”.
Peraltro, se è vero che i versetti dei Vangeli nei quali si parla della Madonna non sono molti, è altresì vero che la sua presenza sia costante in ciascuno dei “tre momenti costitutivi del mistero cristiano che sono l’Incarnazione, il Mistero Pasquale e la Pentecoste”.
Ai piedi della Croce sta dunque la Chiesa allo stato nascente, un luogo che la nostra debolezza umana ci spinge forse, talvolta, a disertare, piuttosto che a frequentare.
Lo ricorda il Parroco, don Luca Meinardi, nell’illuminante omelia dettata sabato 14 settembre nel corso della Santa Messa celebrata poco dopo la fiaccolata che ha illuminato anche di amicizia ed amore autentici il paese.
Il riferimento è al brano del Vangelo (le Letture offerte dalla Liturgia sono: Is 50, 5-9; Sal.114; Gc 2, 14-18; Mc 8, 27-35. ) che pure vede la bella e sincera risposta di Pietro alla domanda preparata per lui dal Salvatore; domanda che, però, interroga l’uomo e la donna di ogni tempo e, per non andare lontano, per incominciare interroga ciascuno di noi: “ma voi chi dite che io sia?”.
Pietro è capace di quella risposta, eppure, nell’ora della Croce, non è con Gesù.
Il mondo fa paura, tanto che spesso preferiamo i compromessi: sì, anche la nostra fede spesso tiepida, talvolta così tiepida come quella stigmatizzata della Chiesa di Laodicea, quando le cose vanno bene ci permette di riconoscere: “Tu sei il Cristo”.
Nell’ora della Croce, il nostro essere “né caldi, né freddi”, spesso ci consiglia di defilarci, di conformarci al mondo, di fare “come tutti”, proprio come la moltitudine che accorse per adorare quella statua d’oro di Nabucodonosor di cui ci parla il Libro di Daniele al terzo Capitolo.
Maria, invece, è lì.
“Stabat Mater dolorosa” come avrebbe cantato la sequenza di Jacopone da Todi e poi avrebbero messo in musica, componendo brani immortali tanti artisti (uno per tutti, Giovanni Battista Pergolesi; ma l’elenco, da Antonio Vivaldi fino a Marco Frisina è davvero ricco di Autori ed opere che tutte meriterebbe ascoltare).
Ora, invece, crediamo che il Lettore non debba essere ulteriormente tediato con le nostre parole, quando il video messo a repertorio da Giancarlo Guidetti permette di ascoltare, integrale, la bellissima omelia di Don Luca Meinardi e, insieme, di rivivere alcuni momenti della processione e della Liturgia di sabato scorso.
Liturgia cui hanno partecipato anche le Autorità cittadine, prima fra queste il Sindaco di Cuceglio Antonino Iuculano con tante parte della sua Amministrazione.
Liturgia, poi, animata dalla Corale di Cuceglio, diretta dal Maestro Enzo Coria.
All’organo il Maestro Angelo Furno.
Ha curato gli aspetti organizzativi e servito la Liturgia quale Ministrante Fabrizio Conto.
Vi lasciamo con il video e la gallery
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