(f.c.) – Sulle orme di Sant’Eusebio e del Beato Candido Ranzi.

Il titolo di questa bella iniziativa pastorale, delle parrocchie che sono nei comuni di Agliè, Cuceglio, Ozegna, San Giorgio e San Giusto Canavese, dice già tutto, ma certo per coloro che non sono del posto qualche spiegazione va data, anche per permettere di apprezzare appieno il valore storico e culturale di questo pellegrinaggio.

Anzitutto, dunque, un pellegrinaggio.

Sappiamo che il Santo Protovescovo di Vercelli ed evangelizzatore della regione piemontese (ai tempi, forse da civilizzare almeno quanto da evangelizzare), Eusebio, è venerato come patrono anche a Cuceglio.

Insieme a Cuceglio – se è permessa una breve digressione per presentare un prossimo servizio – anche Bollengo, dove ieri, domenica, si è celebrata la S.Messa solenne, preceduta dalla processione per le vie del paese: ma, come abbiamo detto, ne parleremo tra breve.

Sul legame tra Sant’Eusebio e la Diocesi di Ivrea, una sintetica, ma completa illustrazione in questo video, messo a repertorio lo scorso 1 agosto 2023.

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Ora stiamo a Vercelli dove, in Duomo, di prima mattina, è arrivato il pullman che ha condotto i pellegrini guidati da Don Luca Meinardi e Don Marco Marchiando.

Tante persone, subito parse ammirate dalla bellezza della Cattedrale vercellese, resa ancora più attraente dalla luce di un sole più tiepido che caldo, capace di rendere tutto brillante e luminoso: Vercelli, insomma, si è fatta bella per accogliere i pellegrini canavesani.

Troneggia e sovrasta la navata centrale, il grande Crocifisso ottoniano dell’anno mille, ma i pellegrini hanno potuto ammirare anche la Madonna dello Schiaffo, meta della devozione popolare, spesso dolente, ma fiduciosa nella materna benevolenza della Vergine.

La Santa Messa è stata celebrata nella Cappella dedicata a Sant’Eusebio, a sinistra del transetto guardando l’altare maggiore, opera (tra gli altri, dopo vari restauri) del celeberrimo architetto Giuseppe Locarni.

L’urna reliquiario del Santo guarda dall’alto il tempietto guarnito di quattro sculture sacre (raffigurano Fede, Speranza, Carità e Prudenza) e due organi giustapposti.

Nel video che proponiamo, poche, ma esaurienti parole di Don Luca illustrano l’iniziativa e rendono un affettuoso saluto a Mons. Stefano Bedello, Vicario Generale della Diocesi che, tra poche settimane, assumerà altresì l’incarico di Parroco della Cattedrale.

Subito dopo, si parte alla volta di Varallo Sesia per una visita a quella che è comunemente denominata la “Nuova Gerusalemme” anche per l’ineguagliabile finezza e levatura artistica delle Cappelle: una sorta di percorso (già allora) “multimediale” tra i passi più importanti della Parola di Dio.

La grande realtà del Sacro Monte di Varallo Sesia si deve al Padre francescano Bernardino Caimi, che concepì l’opera sul finire del XV Secolo.

E merita osservare, proprio a proposito di questo pellegrinaggio, che il successore di Caimi fu Padre Candido Ranzi ofm.

Ebbene, le spoglie mortali del Beato Ranzi riposano proprio a San Giorgio Canavese, in chiesa parrocchiale.

Da qui il legame del centro canavesano anche con questo gioiello dell’arte e della cultura mondiale, collocato, come tutta la Valsesia, in Diocesi di Novara, anche se in provincia di Vercelli.

Insomma, in un solo giorno si è ripercorsa la storia, la fede, la cultura, la bellezza, l’arte, di più di milleseicento anni, che hanno fatto del Piemonte una regione di ineguagliabile ricchezza e valore, spirituale e culturale.