La candidatura Unesco di Ivrea, l’esperienza unica in Italia del CoroMoro nata a Ceres e Pessinetto, il progetto tutto canavesano di “Giroola” agenzia turistica di byke per tour culturali e sportivi: tre buone pratiche di condivisione e co creazione presentate come modello ieri, giovedì 15 novembre, a Torino all’avvio del piano integrato territoriale GraiesLab.

 Il progetto transfrontaliero, finanziato con oltre 8 milioni di euro nell’ambito della programmazione transfrontaliera Italia Francia Interreg Alcotra 2014-2020, è guidato come capofila dalla Città metropolitana di Torino ed ha come obiettivo strategico rendere i territori attrattivi, in particolare nelle aree rurali e montane, rendendo gli atto locali consapevoli del valore aggiunto dell’innovazione e della messa in rete di competenze ed opportunità attraverso anche la condivisione di buone pratiche in materia di innovazione, turismo accessibile, mobilità sostenibile ed inclusione sociale applicate.

Il piano integrato territoriale nel suo complesso riguarderà nelle tre realtà geografiche un totale di 393 Comuni, spesso piccoli e piccolissimi, per una superficie complessiva di oltre 7mila kmq e poco meno di 665mila abitanti. Partner di Città metropolitana di Torino sono i Gal del Canvese e delle Valli di Lanzo, la Coldiretti provinciale, la Camera di Commercio di Torino, Comunità di Comuni della Valle d’Aosta e della Savoia francese.

Intervenendo alla presentazione del GraiesLab, la consigliera metropolitana delegata alle relazioni internazionali Anna Merlin (presente insieme a lei la collega Silvia Cossu delegata ai rapporti con il territorio e alle politiche di parità) ed il vicepresidente del Dipartimento della Savoie Michael Bouvard hanno confermato l’attenzione politica all’attuazione di un piano territoriale che per i prossimi quattro anni li vedrà lavorare insieme per lo sviluppo di territori rurali e montani, prioritari per la crescita e lo sviluppo ed anche Marco Bussone presidente nazionale di Uncem ha ricordato come sia in atto una positiva inversione di tendenza rispetto all’abbandono della montagna, ma quanto questa operazione di ritorno abbia bisogno di essere supportata e valorizzata .