Oggi, 22 gennaio, la Chiesa ricorda San Gaudenzio, primo Vescovo e Patrono della Diocesi di Novara.
Ma in tanti non dimenticano che il Santo ebbe origini eporediesi, si formò alla Scuola, ma anche alla sequela, di Sant’Eusebio, di cui fu discepolo intelligente e devoto.
Pare, quindi, utile e – ci permettiamo – anche di un certo valore formativo, seguire un duplice punto di vista.
Il primo, quello che è rappresentato nell’articolo appena seguente queste righe.
Ci parla di S. Gaudenzio il Prof. Renato Uglione.
Tentare una presentazione dell’illustre studioso è impresa ardua, tanto è ricco il suo curriculum.
Offriamo una selezione tra i suoi numerosi impegni di studioso: dal 2000 è Vicepresidente Nazionale dell’Associazione Italiana di Cultura Classica e, dal 2010, è Presidente del Centro Europeo di Studi Umanistici (C.E.S.U.) “Erasmo da Rotterdam” e membro della direzione scientifica della collana di testi patristici e umanistici Corona Patrum Erasmiana.
A Renato Uglione si deve una traduzione critica di tutte le Lettere inviate dall’esilio da Sant’Eusebio, lavoro che è già un best seller.
Lo ascoltiamo in questo video, in cui ci intrattiene brevemente sui legami tra le Diocesi di Ivrea e Vercelli, proprio nel segno della Scuola eusebiana.
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Ma, accanto all’articolo che parla in modo esauriente di San Gaudenzio e di Ivrea, è bello anche vedere come la “amicizia” tra la Diocesi eporediese e quella di Novara (passando – è il caso di dirlo – da quella eusebiana) “cammini” sulle gambe di uomini e donne concreti, che vivono i nostri giorni.
A cominciare dal gruppo “Amici di Santiago”, un benemerito sodalizio novarese, presieduto da Eugenio Imperatori, impegnato a valorizzare i “Cammini”.
Quelli che già ci sono e quelli che si possono, se non “inventare”, certo proporre per una nuova sintonia spirituale e culturale.
E’ il caso del percorso in quattro tappe che li ha portati da Ivrea (con partenza mercoledì scorso), incoraggiati tanto dal Sindaco, Matteo Chiantore, quanto dal Vescovo, Mons. Edoardo Cerrato.
Quattro le tappe: da Ivrea a Piverone, da qui a Santhià, quindi a Vercelli e, infine, l’allungo finale verso Novara.
Dove sono arrivati sabato mattina, ricevuti dal Vescovo Mons. Franco Giulio Brambilla, mentre domenica è stato il Vescovo Edoardo a celebrare la S.Messa, poco prima di partire per la Visita ad Limina Apostolorum: l’appuntamento
di cui abbiamo parlato in questo articolo – leggi qui – .
Non sarà un’iniziativa isolata e destinata ad esaurire i propri effetti con questa pur importante festa.
Si tratterà, invece, di un primo passo per sempre più stretti collegamenti tra Ivrea e Novara, nel nome dell’ “eporediese” San Gaudenzio.
Ora la parola a Renato Uglione ed Eugenio Imperatori.
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Gaudenzio alla scuola di due grandi maestri: S. Eusebio di Vercelli e S. Ambrogio di Milano
(Renato Uglione) – Nato a Ivrea nel 327 da una famiglia ancora pagana e in un ambiente non ancora del tutto cristianizzato, Gaudenzio ricevette la sua prima formazione cristiana a Vercelli per opera del protovescovo della città e del Piemonte, S. Eusebio, di cui divenne fedele discepolo e zelante sacerdote.
Fu pertanto inviato molto presto a Novara a coadiuvare il presbitero Lorenzo nella sua opera di evangelizzazione di quel territorio.
Il legame, anche affettivo, col suo Maestro dovette essere molto forte se Gaudenzio ritenne di raggiungere Eusebio in Oriente per condividere il duro esilio cui il vescovo vercellese era stato condannato dall’imperatore Costanzo II, al concilio di Milano del 355, per il suo rifiuto di aderire all’arianesimo e alla condanna dell’intrepido difensore e confessore del Simbolo di Nicea, il patriarca di Alessandria S. Atanasio.
Ma tale era la stima che Eusebio nutriva per il suo discepolo, che ben presto lo rimandò in Italia, a Novara, a continuare e a consolidare l’opera di evangelizzazione iniziata dal presbitero Lorenzo, che nel frattempo era stato martirizzato.
Dopo la morte di Eusebio (nel 371), Gaudenzio ebbe il privilegio di conoscere un altro grande “Maestro della fede”, il nuovo vescovo di Milano, succeduto al vescovo ariano Aussenzio: S. Ambrogio.
E sarà proprio il successore di S. Ambrogio, S. Simpliciano, che – secondo la tradizione – consacrerà nel 398 Gaudenzio primo vescovo di Novara, dove eserciterà il suo ministero episcopale per vent’anni; morirà nel 418.
Concludendo, mi pare che si possa attribuire anche a S. Gaudenzio l’elogio che l’anonimo autore di un antichissimo panegirico per la festa di S. Eusebio (databile pochi anni dopo la morte del santo vescovo) tesse in onore di S. Esuperanzio (primo vescovo di Tortona, anche lui – come S. Gaudenzio – discepolo di S. Eusebio e compartecipe del suo esilio in terra d’Oriente ), presente nella cattedrale di Vercelli alla celebrazione annuale del 1º agosto: “ [ Mi riferisco al ] beatissimo padre [ qui presente in mezzo a noi ] Esuperanzio, che di Eusebio fu collaboratore nel ministero, compagno nell’esilio, compartecipe dei suoi patimenti: nel suo volto ci sembra di vedere S. Eusebio e, come in uno specchio, noi scorgiamo l’immagine della sua bontà. Riusciamo a comprendere quale fu il maestro vedendo qual è il suo discepolo”.
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