Il mese di gennaio si congeda, come sempre, consegnando alla nostra riflessione due figure di Santi che hanno dedicato la vita agli ultimi.

E la Torino tra XVII, XVIII e XIX Secolo era luogo in cui la nascente industrializzazione portava con sé il duro contrasto tra una società integrata e società marginale, divise dalla discriminante di una povertà che spesso era indigenza.

Anticipatore dell’opera di San Giovanni Bosco, che abbiamo ricordato oggi (tra qualche ora, in altra parte del Portale risvegliopopolare.it alcune immagini di belle occasioni di incontro, nel nome del Santo del Valdocco, in Diocesi) il Beato Sebastiano Valfrè, alla cui memoria liturgica la Chiesa ha dedicato il precedente 30 gennaio.

 

Di loro ci parla la catechesi odierna che il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, affida al web perché raggiunga nel tempo tante persone richiamando, tra l’altro, la significativa circostanza rappresentata dal fatto che sulla facciata del Santuario della “Consolata” tanto caro ai torinesi e non solo (Santuario di Santa Maria della Consolazione) due sole statue siano state poste: quella di San Massimo e quella del Beato Valfrè.

Ma ora ascoltiamo la parola del Vescovo.