PROSEGUE IL RESOCONTO DI VIAGGIO DEI TRE SALESIANI DEL CAGLIERO

(continua dal numero precedente)

Pracharbon – Madras

Pracharbon, domenica 18 agosto 1935
In questo fausto giorno in cui abbiamo ricevuto nella bella Chiesa di Antagnod il Crocifisso, riceviamo l’annuncio definitivo della nostra partenza per Ivrea. Il Signor Direttore dopo la cena chiama i partenti per Madras, e poi anche quelli dell’Assam, cioè i partenti per l’India, e ne da loro notizia. Dice anche loro come sia nell’impossibilità, per gli ordini dei Superiori, anzi per ordine del Signor Don Berruti, di accompagnarci giù ad Ivrea, e tanto meno fino a Genova. Ci dà peraltro salutari avvisi circa il nostro contegno durante il viaggio, tanto sul treno quanto sul bastimento, verso il prossimo e noi stessi. Purezza e carità sono continuamente sul suo labbro, sono il tema dei suoi paterni consigli. Aggiunge poi “Non dimenticate le persone che lasciate in Italia, i vostri cari tutti, i genitori in particolare! Il nome d’Ivrea e d’Italia sia nel vostro cuore; vogliate trovare in India la vostra seconda patria!”.

Entriamo commossi nella Cappellina, e dopo d’aver detto le orazioni serali, riceviamo dall’amato Padre un ultimo saluto nella “buona notte”. Vuol essere il saluto di tutta la Comunità, della Comunità alla quale abbiamo appartenuto per quattro anni, e che man mano abbiamo imparato ad amare sempre più. Il Padre buono ci assicura infine, per tutti, del ricordo nella preghiera, onde ce ne andiamo a riposo filialmente contenti!

Pracharbon, lunedì 19 agosto 1935
Benedicamus Domino (non rispondete, per carità): salutiamo col nostro “Deo gratias” il giorno della vicina partenza, dopo d’aver trascorso l’ultima notte al caro “Villaggio Missionario Don Bosco”. Il Signor Don Cavallini ci da l’ordine di preparare ciascuno il nostro pacco, poiché si partirà subito dopo la Santa Messa. Fatta la pulizia, entriamo in Chiesa: Uboldi e Colombo hanno la bella fortuna di servire la Messa della Comunità, celebrata dall’amatissimo Signor Don Berruti. Dopo la Santa Messa il reverendo Superior Maggiore ci rivolge la parola: è la parola di Don Bosco ai suoi primi figli partenti. “Voi che lasciate Ivrea, egli dice, Penango, Bagnolo, ecc., troverete in Missione un’altra Ivrea, un’altra Penango, un’altra Bagnolo, ecc.; e troverete là lo stesso Gesù Santo che lasciate in questa Cappella di Pracharbon. Vi auguro di trovare laggiù la povertà ed il sacrificio, affinché siate veramente i discepoli del Divin Maestro; e possiate così meritare di trovarvi un giorno vicini a Don Bosco Santo, che soleva dire nelle asperità della sua vita: “Un pezzo di Paradiso aggiusta tutto”.

Fatta una breve colazione, giunge il momento di salutare i Superiori: un saluto “al volo” mentre il pot-pot dell’automobile, che ci attende, e già ci chiama, mette addosso un vero orgasmo… Assolviamo alla meno peggio questo ambìto dovere, montiamo in macchina ed eccoci già in moto, mentre sentiamo che qualcosa di ciascuno di noi resta ancora lì… Ciò nonostante, ci facciamo animo, e cerchiamo di essere contenti, così diamo un Le vacanze son terminate… chissà quando ritornerann…

Addio (per sempre?…) albergo avventurato…
Bell’addio a questo caro “Villaggio” di Pracharbon, ove abbiamo trascorso tanti bei momenti e per il cuore e per la mente, e ci consoliamo di avere con noi l’amato Prefettino che, con il suo “carino” “carino” ci aiuta a salutare quegli ultimi tenaci compagni che, per restare ancora qualche istante con noi, danno la rincorsa alla macchina che imbocca ormai il Corso Don Grandis, sapete, che conduce alla Villa Marocco…

Lasciamo indietro la Casa, siamo già lontani ed in piena discesa: Brusson, Challand, Verres. Eccoci sulla provinciale: Settimo, Borgofranco, Montaldo, Ivrea: sì, “Ivrea la bella, che le rosse torri specchia sognando a la cerulea Dora” ma ancor più bella perché in essa è il nostro caro Istituto, dove l’Ausiliatrice Madre nostra ci ha indirizzati ed accolti per quattro anni, dove abbiamo conosciuto più davvicino il nostro Buon Padre Don Bosco negli amati Superiori e dove abbiamo formato il nostro spirito all’ideale missionario salesiano, per cui oggi, piccoli apostoli del Signore Gesù, piccoli nuovi Don Bosco, ci troviamo già sul posto della sognata Missione!…

Varchiamo il ben noto cancello, salutiamo il nostro buon Padre sorridente e siamo già in Prefettura. Col Signor Prefetto ed il Signor Armando siamo accolti dal Signor Catechista, che ha sulle labbra il suo solito, gentile sorriso. Salutiamo pure qualcuno dei compagni presenti, e ci disponiamo subito, senza tanti preamboli, a fare il baule secondo le indicazioni del Signor Prefetto.
Sospendiamo dopo un po’ l’operazione perché ci ricordiamo che non siamo ancora andati a trovare Gesù, e dopo una breve visita andiamo in Refettorio, dove abbiamo l’occasione di salutare i compagni Chierici delle altre Case Salesiane di formazione, precisamente di Bagnolo, …. e Gaeta, e c’intratteniamo con loro in piacevole, fraterna compagnia.

(prosegue sul prossimo numero)