Dal 30 dicembre ultimo scorso la Repubblica Italiana ha un inno nazionale. Infatti il 4 dicembre il Presidente della Repubblica con l’approvazione di Camera e Senato, ha promulgato la Legge n.181 che all’articolo 1, paragrafo 1 recita: La Repubblica riconosce il testo del «Canto degli italiani» di Goffredo Mameli e lo spartito musicale originale di Michele Novaro quale proprio inno nazionale.
Una lunga strada… non c’è che dire!
Composto nel 1847 divenne popolare nel Risorgimento, ma poi accantonato con l’Unità d’Italia del 1861 in favore della Marcia Reale. Dopo la Seconda guerra mondiale fu scelto come “inno nazionale provvisorio”; era il 12 ottobre 1946. Quindi al risveglio dai bagordi di quest’ultimo fine d’anno ci siamo ritrovati con l’inno nazionale ufficiale. Possiamo tirare un respiro di sollievo per la fine di un tunnel durato ben 71 anni! E siamo ben fortunati se pensiamo a quello che fu uno dei “provvisori fondanti” già l’allora regno d’Italia e poi Repubblica. Un mito incrollabile come quello dell’autostrada Salerno–Reggio Calabria: 1929–2015, qualcosa come 86 anni!
Il regno del provvisorio in Italia, che si credeva non potesse conoscere fine, sta letteralmente crollando sotto la scure della determinazione del Governo. Permangono poche sparute realtà del tutto secondarie: il 47% dei giovani che lavorano, infatti, mantengono con fede, sacrificio, passione e sincero patriottismo un contratto di lavoro a tempo determinato, assolutamente provvisorio!
Fabrizio Dassano