“Non sarei mai venuto da Roma fino a questo Paese estremamente lontano, se non fossi fermissimamente persuaso di due cose fondamentali: la prima, di Cristo; la seconda, della vostra salvezza.

Di Cristo! Sí, io sento la necessità di annunciarlo, non posso tacerlo: «Guai a me se non proclamassi il Vangelo!» (1 Cor. 9, 16). Io sono mandato da Lui, da Cristo stesso, per questo. Io sono apostolo, io sono testimonio. Quanto più è lontana la meta, quanto più difficile è la mia missione, tanto più urgente è: l’amore che a ciò mi spinge (Cfr. 2 Cor. 5, 14). Io devo confessare il suo nome: Gesù è il Cristo, Figlio di Dio vivo (Mt. 16, 16); Egli è il rivelatore di Dio invisibile, è il primogenito d’ogni creatura, è il fondamento d’ogni cosa; Egli è il Maestro dell’umanità, è il Redentore; Egli è nato, è morto, è risorto per noi; Egli è il centro della storia e del mondo; Egli è Colui che ci conosce e che ci ama; Egli è il compagno e l’amico della nostra vita; Egli è l’uomo del dolore e della speranza; è Colui che deve venire e che deve un giorno essere il nostro giudice e, noi speriamo, la pienezza eterna della nostra esistenza, la nostra felicità (…)”.

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Si inizia così, con questa ampia citazione della

“Omelia di Manila” pronunciata dal Santo Pontefice Paolo VI nel corso del viaggio apostolico nelle Filippine, il 29 novembre 1970 – leggila qui intergrale –

la catechesi che il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, affida anche questo mercoledì al web perché possa raggiungere tante persone.

Il richiamo al magistero di Papa Montini ci aiuta a tenere “lo sguardo fisso su Gesù”, come molti anni più tardi avrebbe insegnato il suo successore, Papa Benedetto XVI, riprendendo la Lettera agli Ebrei (12,2) ed è altresì un incoraggiamento a (ri)scoprire la grande lezione del Papa (nato a Concesio il 26 settembre 1897) successore di Giovanni XXIII.

Ma ora lasciamo che il Lettore ascolti, nel video che proponiamo, la parola del Vescovo, Mons. Cerrato.