“Non sarei mai venuto da Roma fino a questo Paese estremamente lontano, se non fossi fermissimamente persuaso di due cose fondamentali: la prima, di Cristo; la seconda, della vostra salvezza.
Di Cristo! Sí, io sento la necessità di annunciarlo, non posso tacerlo: «Guai a me se non proclamassi il Vangelo!» (1 Cor. 9, 16). Io sono mandato da Lui, da Cristo stesso, per questo. Io sono apostolo, io sono testimonio. Quanto più è lontana la meta, quanto più difficile è la mia missione, tanto più urgente è: l’amore che a ciò mi spinge (Cfr. 2 Cor. 5, 14). Io devo confessare il suo nome: Gesù è il Cristo, Figlio di Dio vivo (Mt. 16, 16); Egli è il rivelatore di Dio invisibile, è il primogenito d’ogni creatura, è il fondamento d’ogni cosa; Egli è il Maestro dell’umanità, è il Redentore; Egli è nato, è morto, è risorto per noi; Egli è il centro della storia e del mondo; Egli è Colui che ci conosce e che ci ama; Egli è il compagno e l’amico della nostra vita; Egli è l’uomo del dolore e della speranza; è Colui che deve venire e che deve un giorno essere il nostro giudice e, noi speriamo, la pienezza eterna della nostra esistenza, la nostra felicità (…)”.
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Si inizia così, con questa ampia citazione della
la catechesi che il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, affida anche questo mercoledì al web perché possa raggiungere tante persone.
Il richiamo al magistero di Papa Montini ci aiuta a tenere “lo sguardo fisso su Gesù”, come molti anni più tardi avrebbe insegnato il suo successore, Papa Benedetto XVI, riprendendo la Lettera agli Ebrei (12,2) ed è altresì un incoraggiamento a (ri)scoprire la grande lezione del Papa (nato a Concesio il 26 settembre 1897) successore di Giovanni XXIII.
Ma ora lasciamo che il Lettore ascolti, nel video che proponiamo, la parola del Vescovo, Mons. Cerrato.