La calura di questa estate anticipata ci rende tutti più sudati. È la profonda verità di questi ultimi giorni. Chi più chi meno, sudiamo: la nostra pelle si cosparge di queste minute goccioline che ci invadono nelle ore più calde (praticamente tutte!).

Volevo trovare delle definizioni scientifiche e letterarie a questo caso. Ma tornato a casa, il modem non va. Non arriva internet ai computer. Mi ritrovo in biblioteca a cercare qualcosa per il caso, e i miei occhi cadono sul dizionario etimologico. Vediamo un po’: me lo mette come verbo intransitivo: “sudare” in uso dal 1292. Trasudare arriva un po’ dopo, siamo nel 1550. Soltanto nel 1875 arriva la locuzione “sudare come una bestia”. Sarà ma io non ho ancora visto il mio cane sudare. “Sudare freddo” per la paura, per l’emozione o per la malattia è recente, siamo infatti nel 1836 e appare per la prima volta sulla stampa milanese.

Insomma si è sempre sudato, anche al tempo dei romani perché con il loro “sudāre”, sudavano eccome! Evidentemente sudavano molto perché dovettero inventarsi il “sudārium” che sarebbe il fazzoletto di stoffa. Invece sudore come sostantivo, recita: “liquido incolore, di sapore salato e odore caratteristico, prodotto dalle ghiandole sudoripare” già noto prima del 1321 con Dante. E da qui le locuzioni derivate: “essere in un bagno di sudore, madido di sudore”. Insomma un disastro.

C’è poi un’altra dimensione del calore. Come pensiamo di difenderci dal calore? Se non abbiamo i condizionatori, non ci resta che chiudere le imposte e spegnare le luci in casa. Come se il calore fosse prodotto dalla illuminazione elettrica o che fosse correlato alla luce. Quando andiamo in cantina poi se è leggermente sotto terra, ci sembra di rinascere, di aver trovato un ambiente in cui la calura non è ancora giunta. Però vivere in cantina – per ora – non ci sembra una soluzione accettabile. Insomma siamo ancora qui a elucubrare modi e metodi per difenderci dal caldo asfissiante.

Ma inesorabilmente ogni anno, per periodi più lunghi o più brevi, abbiamo sempre lo stesso problema del caldo, delle zanzare e in più quest’anno il problema della siccità e in Sardegna pure l’invasione delle cavallette. Chi può scappa in montagna o al mare, chi può meno, si rifugerà nei grandi supermercati, ammesso che abbiano ancora i soldi per le bollette della corrente elettrica. Il Covid rialza la testa e i Russi avanzano, lentamente ma avanzano.

Purtroppo non sembra trasparire un granché dal futuro, eppure c’è stato e ci sarà sempre uno spiraglio da ogni brutta situazione in prospettiva. Probabilmente bisogna cambiare la prospettiva con cui osserviamo il bombardamento quotidiano di notizie e azioni. Bisogna pensare di fare la spesa con più oculatezza visti i prezzi di questi tempi.

Forse abbiamo bisogno di un po’ di silenzio e in estate il cicaleccio può risultare non solo noioso, ma anche fastidioso. Bisogna pensare di rallentare l’andatura, di spegnere più spesso la luce e, malgrado il caldo, godersi quella penombra della casa e quella luce che filtra dalle imposte che frenano la potenza della luce del giorno. Magari restando immobili si suda meno e si pensa di più.