Negli Stati Uniti, per la prima volta dal 1960, il sindacato degli attori e quello degli sceneggiatori sono entrati in mobilitazione: la scorsa settimana è stato indetto uno sciopero le cui motivazioni riguardano principalmente la mancata rinegoziazione del contratto collettivo e poi le polemiche nate per l’uso dell’Intelligenza artificiale. Sono necessarie regole più chiare, anche sui diritti d’autore e tutte le questioni rivendicate dalle parti in causa.

Il film di questa settimana, proiettato a Cannes con notevole successo, è una storia molto intensa con ambientazione in una Romania dalle tante contraddizioni. Matthias, dopo aver lasciato il suo lavoro in Germania, decide di tornare a casa in Transilvania dove lo attendono la moglie Ana e il piccolo Rudi. Vorrebbe seguire più da vicino l’educazione del figliolo, poiché da molto tempo è stato affidato alle cure della madre che è una donna buona, ma molto ansiosa. L’uomo desidera rivedere anche l’ex amante Csilla che, nel frattempo, è diventata direttrice di un piccolo stabilimento: un panificio locale in cui lavorano molti abitanti del villaggio.

Per poter ottenere alcuni benefici economici europei Csilla decide di assumere tre braccianti provenienti dallo Sri Lanka: questo episodio fa emergere un malcontento diffuso e molte intolleranze che sembravano sopite. La contemporaneità del paese appare pervasa da molte tensioni: la Transilvania sembra un crogiuolo di razze ed etnie diverse con religioni differenti e lingue con idiomi mescolati, l’equilibrio tra gli abitanti è fragile.

Cristian Mungiu riesce a descrivere tutto questo con verità, applicandosi anche alla sceneggiatura, senza dimenticare alcune sue preferenze tecniche: è significativa la scena con un unico piano-sequenza, con cinepresa fissa per 15 minuti, in cui si descrive la riunione del congresso cittadino.

ANIMALI SELVATICI
di Cristian Mungiu
paese: Romania 2022
genere: drammatico
interpreti: Marin Grigore, Judith State,
Macrina Bârlãdeanu, Orsolya Moldovan, Mark Blenyesi
durata: 2 ore e 5 minuti
giudizio: bello