Il lavoro del regista René Ferét è stato sovente definito dai critici cinematografici come significativo e spesso intriso di grande sensibilità. Ferét stesso è stato identificato come personaggio particolare: prima di tutto è stato attore e da giovane è caduto in una grave depressione, tanto da essere internato nell’ospedale psichiatrico di Armentiére; da adulto non ha avuto maggiore fortuna (la pellicola che vi presentiamo oggi è uscita postuma nelle sale) poiché l’autore è mancato nel 2015 a seguito di una lunga malattia. Ma ciò che amava, come la poesia e la letteratura, si riflettono nei suoi film e in un’opera dedicata allo scrittore e drammaturgo russo Cechov.
Estate 1890. Nato a Taganrog in una famiglia di umili origini, ultimo di cinque figli e con un padre violento, Anton Tchékhov (così nella scrittura letterale) cerca di riscattarsi grazie ai suoi studi. I suoi svaghi consistono nelle lunghissime passeggiate lungo la pianura russa, oppure nelle corse nel parco: spesso però il richiamo paterno suona come un castigo ineluttabile. In seguito diventa un medico modesto, finché un giorno per guadagnare qualche soldo e sfamare la sua famiglia inizia a scrivere racconti per i quotidiani firmandosi con lo pseudonimo di Antosha Tchékhonté.
È allora che illustri personaggi, scrittori ed editori, cominciano ad accorgersi di lui e del suo straordinario talento; grazie a questi nuovi riconoscimenti Cechov va incontro a un successo che gli consente di avere l’ammirazione di Tolstoj. Quando però uno dei suoi fratelli muore di tubercolosi, Anton vede la tragedia familiare come un fallimento personale e desidera rifuggire dalla fama e dai suoi amori.
L’opera di Féret ci mette di fronte alla storia di uno scrittore geniale, che però non dimenticherà mai di considerarsi un medico e di vivere così una profonda controversia con il proprio talento.
ANTON CECHOV
di René Féret
paese: Francia 2015
genere: biografico
interpreti: Nicolas Giraud, Lolita Chammah, Robinson Stévenin, Jacques Bonaffé, Marie Féret
durata: 1 ora e 38 minuti
giudizio Cei: consigliabile, complesso, per dibattiti