Correva l’anno 1972 quando Luigi Comencini, dopo averne coltivato l’idea per anni, potè vedere la realizzazione del “suo” Pinocchio. La miniserie televisiva, con un poetico bianco e nero, aveva trovato posto nelle case italiane e presso bambini e adulti di allora. Ancora oggi è impossibile non citare quella musica (di Fiorenzo Carpi) che si ripeteva un po’ ossessiva o l’interpretazione di Geppetto offerta da un Nino Manfredi in stato di grazia.

Ma questa è un’altra storia. Oggi Francesca Comencini ha girato un film autobiografico e l’infanzia con il padre Luigi e “quel” Pinocchio torna a galla, insieme al chiaroscuro delle vicende familiari.

Roma, anni ’70. Il regista Comencini è al lavoro tra Cinecittà e le campagne laziali, spesso porta con sè la minore delle figlie, Francesca. È una bambina seriosa ed è brava a scuola, la sua è un’infanzia sognante in mezzo a personaggi immaginari e tanto zucchero filato. Quando all’interno di una famiglia entra il cinema è impossibile non venirne catturati.

Poi il tempo passa, la protagonista conosce le battaglie degli anni ’70, le Brigate Rosse, il rapimento di Aldo Moro… Inoltre la giovane rimane invischiata nella droga e nella sofferenza. Il mondo dell’infanzia è terminato e anche quel legame così profondo con il padre sembra essersi rotto: lo comprende dagli sguardi di lui, e Francesca pensa che non potrà mai essere alla sua altezza. Ma il padre la cerca, si affaccia sull’abisso che si è creata intorno, la porta con sè a Parigi.

Ci sono ancora le ombre, ma il bianco e nero di Pinocchio è cambiato: la regista affronta con coraggio le vicissitudini della sua biografia. E Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano, nei panni dei due personaggi principali, sono molto impegnati e bravi (Anna Mangiacavallo impersona la protagonista da piccola).
“Quanto staremo via?” chiede ansiosamente Francesca. Il tempo che ci vuole.

di Francesca Comencini
paese: Italia, Francia 2024
genere: drammatico
interpreti: Fabrizio Gifuni, Romana Maggiora Vergano, Anna Mangiocavallo, Luca Donini, Daniele Monterosi
durata: 1 ora e 50 minuti
giudizio Cei: consigliabile, problematico, dibattiti a dibattiti