Le scorse settimane sono state contrassegnate da importanti confronti circa il finanziamento di servizi e prestazioni per chi soffre di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Inizialmente, i tagli del Governo coinvolgevano anche questo settore, ma a fronte di una grande mobilitazione ha deciso di rifinanziare i presidi territoriali dedicati a chi soffre di anoressia, bulimia e binge eating.
A cosa ci riferiamo quando parliamo di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione? I DCA (disturbi del comportamento alimentare) sono un insieme di patologie che si manifestano con preoccupazioni eccessive riguardo il proprio peso, la forma e le dimensioni del corpo. Si esprimono con tre comportamenti diversi: chi soffre di anoressia nervosa, a causa di una visione distorta della propria forma fisica e del peso, rinuncia a mangiare o restringe drasticamente sia l’assunzione del cibo, sia la scelta tra i cibi che considera ammissibili per se.
Chi soffre di bulimia nervosa, invece, alterna periodi di restrizione alimentare ad episodi in cui perde il controllo nell’assunzione del cibo (si abbuffa) e per riequilibrare queste assunzioni eccessive di cibo si induce il vomito o ricorre a lassativi. Infine, chi soffre di un disturbo da alimentazione incontrollata (BED o binge eating) va incontro ad episodi di abbuffate senza poi ricorrere a vomito o lassativi.
Per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione si muore. Sono, infatti, la seconda causa di morte tra i giovani, dopo gli incidenti stradali. Nel 2022 sono morti 3mila158 giovani a causa dei disturbi alimentari; una media di 9 vittime al giorno. A seguito del Covid, il numero di giovani con questi disturbi è aumentato tra il 30 ed il 40%; l’età di esordio di queste problematiche si abbassa sempre di più, si riconoscono disagi profondi già a 12 anni, con un picco tra i 14 ed i 17; coinvolti anche un 10% di bambini e di ragazzi (prima si pensava che l’anoressia fosse appannaggio solo delle giovani fanciulle).
L’Istituto Superiore di Sanità aggiorna costantemente la mappa dei servizi pubblici e privati dedicati alla presa in carico e gestione di chi soffre di disturbi dell’alimentazione su tutto il territorio nazionale su https://piattaformadisturbialimentari.iss.it. In seguito alle proteste per scongiurare tagli e chiusure di servizi essenziali per accompagnare chi è colpito da tali patologie, il Governo ha annunciato l’avvio di altre prestazioni sanitarie gratuite per la diagnosi precoce e la gestione dei casi più gravi. A questo annuncio, specialisti e associazioni di familiari riferiscono che, presso alcuni centri, i tempi di attesa per le prestazioni variano dagli 8 agli 11 mesi e che spesso si deve ricorrere a professionisti privati per evitare che il disagio si protragga con conseguenze drammatiche in chi lo vive.
L’intervento ed il trattamento in favore di chi ha questi problemi deve coinvolgere tutta la famiglia e spesso anche la scuola o le strutture dove i ragazzi vanno a fare sport con la convinzione di andare a perdere altre calorie.
Per i disturbi e le patologie dell’età evolutiva c’è bisogno di sensibilizzazione e di formazione che devono coinvolgere insegnanti, istruttori, educatori e tutte le persone che a diverso titolo hanno a che fare con bambini, adolescenti e giovani adulti. Anche la prevenzione ha bisogno di finanziamenti e di politiche solide che siano consapevoli della ricaduta sociale ed economica che si riscontra se non si valorizza la salute.