Pubblicando su questo numero del giornale il rendiconto dei fondi dell’8xMille alla Chiesa cattolica ricevuti nel 2023 dalla diocesi di Ivrea e utilizzati per opere diverse nel 2024  raccogliamo l’intervista con don Raffaele Roffino, economo diocesano che coordina la rendicontazione di questi fondi.

Don Roffino, innanzitutto perché la richiesta di pubblicare la rendicontazione di questi fondi?
Lo scopo è duplice; da un lato per contribuire a diffondere una corretta informazione sull’argomento e dare una chiara risposta alla richiesta di trasparenza sull’uso delle risorse economiche affidate alla Chiesa, e dall’altro di continuare a promuovere una sensibilizzazione alla firma per l’8xMille, i cui benefici ricadono anche sulle nostre attività parrocchiali e diocesane. Come si può vedere scorrendo le varie voci del rendiconto a fianco, la firma dell’8xMille per la Chiesa cattolica è anche una sorta di investimento che va a beneficio del nostro territorio in quanto sono fondi che permettono alla nostra Diocesi di intervenire in diversi campi.

Ci sono dei criteri per le assegnazioni dei contributi?
La suddivisione e l’erogazione dei contributi diocesani si inserisce in un contesto più ampio di programmazione pastorale ed economica, frutto di un coordinamento annuale che mira ad operare scelte che tengano conto dei bisogni delle opere della Chiesa diocesana nel suo insieme. Opere che, pur rimanendo a servizio della collettività, risentono sensibilmente dell’oggettivo calo del numero dei fedeli praticanti. Dal momento che sono state fatte delle scelte – ovviamente senza la pretesa di trovare un consenso assoluto – abbiamo cercato di seguire principi di equità evangelica e di buonsenso. Abbiamo voluto andare incontro al maggior numero di richieste giunte dalle parrocchie, pur garantendo alla diocesi di svolgere le proprie attività istituzionali, pastorali e caritative.
Abbiamo voluto altresì evitare l’eccessiva frammentazione dei contributi, per non disperdere inutilmente le risorse, e allo stesso tempo evitare anche l’erogazione in blocco su una singola realtà, per garantire una pluralità di interventi operati dai diversi enti ecclesiastici sull’insieme del territorio diocesano.

Chi si occupa delle assegnazioni e delle erogazioni?
Come per la programmazione pastorale diocesana, anche per quella economica nel suo complesso spetta al Vescovo dettare le regole e gli indirizzi, avvalendosi della collaborazione degli organismi amministrativi e tecnici della Curia. Il Vescovo è aiutato in questo compito dal Vicario Generale, dall’Economo diocesano, dal Collegio dei Consultori, dal Consiglio Diocesano per gli Affari Economici ed anche, per le assegnazioni alle parrocchie, da un’apposita commissione. Nel caso della ripartizione dei fondi 8xMille, non si tratta quindi dell’iniziativa di un singolo, ma è il risultato di un coordinamento diocesano che, dopo aver ricevuto e vagliato le richieste di contributo, sottopone al Vescovo le proprie considerazioni e proposte che le approva solo dopo aver sentito il parere degli organismi diocesani deputati.

Don Roffino, faccia almeno tre esempi per aiutare i lettori a capire meglio il bilancio pubblicato qui a fianco.
Scelgo carità, beni artistici e culturali, sostentamento dei sacerdoti. Nell’ambito della carità, anche grazie a questi fondi è stato possibile garantire molti servizi gestiti dalla Caritas diocesana come la Mensa di Fraternità, nella quale vengono serviti circa 4.500 pasti all’anno per persone senza fissa dimora o in difficoltà. Come il servizio di distribuzione alimenti per 35/40 famiglie al giorno, per un totale di circa 11.000 pacchi alimenti all’anno. Anche la gestione del dormitorio con 8 posti letto o dei 14 alloggi adibiti ad emergenza abitativa temporanea richiedono non poche risorse, buona parte delle quali provengono proprio dall’8xMille.

Il secondo esempio?
Quello della conservazione dei beni artistici e culturali: la nostra Diocesi ha un patrimonio di oltre 600 edifici di culto, sparsi in maniera capillare su tutto il territorio. Su questo punto però c’è un mito da sfatare: l’opinione comune è che le chiese siano di proprietà della “Curia” o del “Vaticano” e che questi abbiano sufficienti fondi a disposizione per la loro manutenzione. Purtroppo non è così! Generalmente questi edifici sono di proprietà delle parrocchie, che nella maggior parte dei casi non sono in grado di provvedere alla manutenzione del loro patrimonio. Per questo viene in aiuto proprio l’8xMille, grazie al quale è possibile stanziare circa 280mila euro all’anno, per interventi di medio-piccola manutenzione e circa 500mila euro all’anno per interventi più consistenti, come ad esempio il rifacimento di tetti o opere conservative più strutturali.

Il terzo?
Un ulteriore ambito nel quale una percentuale dell’8xMille è assegnata riguarda l’integrazione del sostentamento dei sacerdoti. Gli Istituti per il sostentamento del clero, costituiti in Italia per l’onesto mantenimento dei sacerdoti impegnati nelle attività di culto, apostolato e carità, attingono dalle rendite dei loro patrimoni e dalle offerte deducibili che sono versate, ciò che è necessario per il mantenimento dei preti. Purtroppo tali somme non sono sufficienti a garantire a tutti i sacerdoti per tutti i dodici mesi dell’anno un reale mantenimento, pertanto quando i singoli sacerdoti non hanno altri redditi, una parte viene attinta anche dall’8xMille al fine di non dover gravare le Parrocchie, soprattutto le più piccole, di questo ulteriore peso. Anche in questo modo l’8xMille porta un notevole beneficio alla nostra Diocesi ed alle nostre Parrocchie.

La campagna Cei per l’8xMille a livello nazionale propone slogan efficaci; ma in ambito locale quali parole userebbe per invitare i diocesani di Ivrea a firmare in favore della Chiesa cattolica sulla denuncia dei redditi?
Direi che firmare a favore della Chiesa cattolica è un gesto di responsabilità che non costa nulla ma allo stesso tempo fa la differenza. Come votare è un diritto/dovere dei cittadini e, se non si vota, sono altri a eleggere i rappresentanti, così firmare è un diritto/dovere per i contribuenti cattolici e, se non si firma, sono altri a scegliere come destinare le risorse dell’8xMille. Quindi firmare in buona sostanza vuol dire fare la differenza, vuol dire fare sentire la propria voce.

c.m.z.