(Cristina Terribili)
Sono ancora numerosi i settori in cui c’è una forte disparità tra uomini e donne: uno di questi è senz’altro quello delle tecnologie informatiche.
L’Onu ha stabilito di festeggiare, ogni quarto giovedì di aprile (ma quest’anno ricorre eccezionalmente il 25 aprile), la Giornata Internazionale delle ragazze nelle ICT (Information and Communication Technology), proprio per incoraggiare le giovani ad affacciarsi alla tecnologie e a tutte le discipline STEM (acronimo per Science, Technology Engineering and Mathematics).
Sempre di più le professioni del futuro saranno intrise di tecnologia.
I processi di automatizzazione, di digitalizzazione delle imprese e dei percorsi produttivi sono in ascesa, creando e richiedendo professionalità capaci di gestire, ma anche di pensare e programmare tecnologie utili al e per il lavoro. Dal 2013, in Italia, le scuole hanno cominciato ad avviare dei progetti e l’avvento della pandemia ha spinto in avanti la necessità di saper utilizzare le tecnologie per facilitare l’apprendimento, per garantire servizi a distanza, per essere in connessione con altri mercati e competitivi negli scambi con altri settori economici e sociali.
Le professioni legate alla tecnologia sono richieste più di altre, e l’Italia deve dare risposte attraverso le competenze e le capacità di tutti i giovani, donne comprese. Secondo i dati MIUR, oggi le ragazze iscritte a corsi di laurea del gruppo STEM in Italia sono il 34,8%. Percentuali ancora inferiori si riscontrano se si parla di carriera e posizioni apicali: poco più del 19% degli addetti del settore ICT ha un responsabile donna, contro il 45,2% in altri settori.
Il superamento di differenze tra lavori prettamente ed esclusivamente maschili o femminili è difficoltoso: in molti settori la presenza maschile non è solo maggiore, ma risulta potente e a discapito delle figure femminili che vogliono inserirsi in campi fino a vent’anni fa neanche mai immaginati. Le giovani donne danno un contributo importante in termini di creatività così come di capacità di vedere e riconoscere i bisogni di un ambiente, anche di lavoro, che deve rinnovarsi senza andare a scapito della qualità della vita dei lavoratori.
La scelta di un percorso scolastico e formativo, l’orientamento al futuro professionale dei giovani è un ambito molto delicato e che non può essere oscurato da pregiudizi di genere; se vogliamo generare un futuro di uguaglianza – e anche di pace – dobbiamo necessariamente sbloccare quelle porte della conoscenza che diventa appannaggio per tutti. Un cammino che va sostenuto dalla scuola e dalle famiglie in modo da ampliare i numeri delle giovani donne iscritte alle scuole e alle facoltà scientifiche.
Le donne, nelle omelie di Pasqua sono state portate alla ribalta perché hanno voluto raccontare ciò che avevano visto nel sepolcro, e benché fossero state prese per visionarie, non si sono fermate e hanno perseverato nella divulgazione della Resurrezione del Signore. Quegli occhi capaci di vedere e di raccontare, quel coraggio a non volersi fermare, quella capacità di creare legami e connessioni, quella sorellanza, che le donne sono capaci di trasmettere, deve essere estesa il più possibile e in tutti i campi di lavoro e di studio.
La giornata mira quindi ad incoraggiare ragazze e giovani donne a scegliere percorsi professionali nell’ambito delle ICT che è un settore in forte crescita e dove la diversità di genere è ancora scarsa.