Il 25 aprile 2021 sarà ricordato non solo come l’anniversario della Liberazione d’Italia dal regime fascista e dall’occupazione militare tedesca, ma anche come la vigilia della liberazione dalle limitazioni più stringenti imposte dalla pandemia.

L’Italia da quella Liberazione di 76 anni fa è ripartita, e lo stesso deve fare adesso dopo un anno di grandi sofferenze umane ed economiche. Più che la curva epidemiologica, che tanti esperti ritengono non aver ancora raggiunto una discesa tale da raccomandare la liberazione, è il “rischio calcolato” del Governo a guidare l’uscita da uno stallo durato così a lungo.

Ieri, come oggi, la liberazione impone una dose di nostra responsabilità nei comportamenti che, a pensarci bene, fa tremare i polsi. Abbassare la guardia non è certo la parola d’ordine che circola: ma il rischio dovuto all’entusiasmo per la liberazione potrebbe giocare brutti scherzi. E questo non deve accadere.

Sulla festa della Liberazione del 25 aprile si possono dire cose diverse fra loro: c’è a chi piace e a chi non piace. Resta un dovere celebrarla, se l’essere liberi lo si deve a quella giornata simbolica. Simbolica, perché Ivrea il 25 aprile era ancora occupata da carri armati tedeschi e dal 75° corpo d’armata della Wehrmacht in ritirata dalla Liguria e dalle valli alpine occidentali del Piemonte. Per Ivrea la liberazione fu firmata a Biella il 2 maggio tra i tedeschi e una missione americana all’albergo Principe con i partigiani. L’ampliamento del santuario di Monte Stella è l’ultimo grande ex voto della città, che scampò a un’ultima disperata battaglia che non avvenne.

Ma il 25 aprile resta evidente nella sua integrità nazionale: la resa dei conti dell’ultima fase della politica del Mussolini guerriero.

La doppia libertà in quest’anno assume, dunque, un doppio valore, più profondo. Liberi di essere liberi due volte. Vale la pena di ricordarlo. Ma anche se la libertà di tornare a vivere sarà con la mascherina, il vaccino che ancora non ci dice tutto sui tempi di immunizzazione, e le altre precauzioni per evitare contagi e morti, anche la libertà riconquistata il 25 aprile 1945 va esercitata con mille precauzioni possibili. Mai abusarne, sapendo riconoscere quando la libertà personale invade e danneggia la libertà altrui.

Soprattutto abbisogna dell’esercizio della memoria: non possiamo permetterci di ritornare indietro, né di 76 anni, né di un anno.