(Fabrizio Dassano)
È tornata l’ora solare. Infatti è piovuto per benino.
Il pollaio è stato un pantano unico e le galline sentono il freddo e se ne stanno rintanate sotto la tettoia al riparo e aspettano. Che smetta di piovere essenzialmente, viste le previsioni.
Finalmente ora le meridiane a muro funzioneranno regolarmente sotto l’ombra del gnomone conficcato nel muro. Dopo sette mesi il cruscotto della mia macchina è tornato a segnare l’ora giusta: sette mesi di calcoli quotidiani per compensare il gap. Nessun tentativo, dopo molti anni, di rimetterlo a posto a causa dell’impossibilità di comprendere e realizzare la manovra di cambio ora dell’orologio elettronico. Ogni volta mi ci metto e mi viene da piangere. Fu molto più semplice agganciare la Soyuz all’Apollo in orbita la prima volta nel luglio 1975. Non è una questione di analfabetismo tecnologico di ritorno, ma di progettata complicazione delle cose semplici. Il lato oscuro delle nuove tecnologie.
Così per i prossimi cinque mesi niente più ora legale. Perché non la chiamano ora “illegale”? Perché dopo anni insistono ancora con questo turpe rito? Da bambino, e poi da ragazzo, mi si sono accumulati i ricordi di quando osservavo la sveglia meccanica della camera da letto dei miei genitori.
Chi se ne fregava dell’ora illegale erano i miei nonni contadini. Non gli importava niente: loro andavano avanti con la solare anche in piena estate. Veri ribelli! La mia è una generazione che ha subito il peggior scompenso: il “time lag”. In questi giorni abbiamo già fame alle 11 del mattino e perdiamo la voglia di andare a dormire perché “beh, tanto in realtà sono solo le…”. E così, oggi sono andato a lavorare 40 minuti prima. Ho dovuto aspettare al parcheggio che venisse un’ora decente per presentarmi al portone.
A marzo di ogni anno, con un’ora di sonno in meno, tutti invece a fare gli zombi sul posto di lavoro. I dispositivi più subdoli sono gli smartphone che cambiano l’ora in automatico. Ti senti un’idiota manipolato dalla congiura planetaria mascherata dal “risparmio energetico”, dai nuovi mostri della “Green Economy” che ti dicono: “Il vantaggio in termini di risparmio energetico legato all’ora legale è confermato dai dati: tra il 2004 e il 2012 lo spostamento delle lancette un’ora avanti ha permesso un risparmio energetico stimato intorno ai 6 miliardi di kilowattora”.
Fermo da tre anni a Bruxelles il progetto di legge di abolizione dell’ora legale arenata in “sede di consultazione presso la Commissione Europea perché non ha riscontrato il voto unanime di tutti i Paesi membri dell’UE”. Per questo motivo nel nostro Paese, come negli altri dell’UE, resta ancora in vigore il cambio ora. Una vera jattura!
Eppure secondo alcuni grandi pensatori dovremmo smetterla di lamentarci del cambio d’ora perché è giusto che sia così. Forse. Ma io rivendico il diritto costituzionale di protestare contro il cambio dell’ora. Se poi i benpensanti storcono il naso, rivendicherò anche il diritto di protestare contro il cambio dell’olio delle auto.