Ci ritroviamo dopo i due numeri del giornale che, come consuetudine, tra Natale e l’Epifania non pubblichiamo. Ci siamo lasciati martedì 17 dicembre con un’edizione speciale anticipata in cui abbiamo dedicato molte pagine ad annunciare e presentare il nuovo vescovo “eletto”, Mons. Daniele Salera e, al contempo, salutare e ringraziare il vescovo Edoardo che ha guidato per 12 anni la diocesi. Abbiamo un mese per prepararci (anche spiritualmente) all’ingresso del vescovo Daniele; a essere presenti quel giorno, ricevere il dono del nuovo vescovo, il suo ministero tra noi, pregare per lui.

In questo periodo, oltre alle festività natalizie, un altro evento della Chiesa universale ha preso avvio: l’Anno Santo, il Giubileo della Speranza. Per tutti i cristiani e per i cattolici il 2025 si preannuncia vivace per due eventi da leggersi insieme: i 1700 anni del Concilio di Nicea – il primo ecumenico – che redasse, per i credenti d’Oriente e d’Occidente, il medesimo “Credo”, e fissò la data della Pasqua cristiana nella prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera, indipendente dalla “Pesach” (la Pasqua ebraica).

Ma l’adozione del calendario gregoriano da parte dei cattolici nel 1582 (mentre gli ortodossi mantennero quello giuliano) ha fatto sì che raramente la festività coincida a Oriente e Occidente. Ora, il 20 aprile 2025 sarà Pasqua sia per i cattolici che per gli ortodossi. Ma nel 2026 saranno di nuovo distinte se non si arriverà all’intesa, sostenuta con vigore dal Vescovo di Roma Francesco e dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo. Entrambi saranno a Nicea il 24 maggio per celebrare il XVII secolo del Concilio. Il Giubileo e l’anniversario del Concilio indicano un cammino comune: “Il Giubileo ci invita a riscoprire il volto di Cristo e a ricentrarci in lui – disse Papa Francesco -.

Il Concilio di Nicea è la pietra miliare nel cammino della Chiesa perché la fede in Gesù è stata formulata e professata come luce che illumina il significato della realtà e il destino della storia”. Riscoprire Nicea non è solo un esercizio per gli storici, e tre sono le ragioni indicate per noi dal Papa: spirituale, si professò la fede in Gesù Figlio unigenito del Padre; sinodale, la Chiesa espresse la sua natura, la sua fede, la sua missione; ecumenica, il cammino verso la piena unità dei cristiani. La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è – tra l’altro – alle porte: bene sarà ricordarsene.