Dopo l’Intelligenza Artificiale e la sapienza del cuore del 2024, il Papa ha scelto il tema per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 2025: “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori”, tratta dalla Prima lettera di Pietro e che “pone l’attenzione sul fatto che oggi troppo spesso la comunicazione è violenta, mirata a colpire e non a stabilire i presupposti per il dialogo”.

Nella nota della sala stampa vaticana di martedì, è precisato che è “necessario disarmare la comunicazione, purificarla dall’aggressività. Dai talk show televisivi alle guerre verbali sui social il paradigma che rischia di prevalere è quello della competizione, contrapposizione e volontà di dominio”.

Bisogna passare alla diffusione della speranza che non la si trasmette se non la si vive. “Per noi cristiani la speranza è una persona ed è Cristo. Ed è sempre legata ad un progetto comunitario; quando si parla di speranza cristiana – conclude la nota vaticana – non si può prescindere da una comunità che viva il messaggio di Gesù in modo credibile a tal punto da far intravedere la speranza che porta con sé, ed è capace di comunicare anche oggi la speranza di Cristo con i fatti e con le parole”.

Il messaggio 2025 aggiunge un tassello al mosaico che Papa Francesco sta componendo in controcorrente per “una comunicazione pienamente umana” (già sottotitolo della Giornata 2024), dicendo “no” al modello della competizione che è ciò che segna la crisi della comunicazione moderna.

Gli operatori della comunicazione sono invitati a tenersi lontani da questa prospettiva, ma anche i fruitori sono invitati a non sollecitarla, non apprezzarla, non essere ingordi di particolari piccanti e morbosi.

“Non diffondere pettegolezzi infondati”, hanno chiesto i vescovi Usa nella campagna elettorale americana, dove è stata amplificata una fake news che accusava gli immigrati haitiani di mangiare i gatti e i cani dei residenti autoctoni. Cosa che ha scatenato violenze, sospetti e minacce in un tranquillo centro di appena 50mila abitanti.

Per il Papa c’è bisogno di un dialogo costruttivo alimentato da comunicazione mite, sincera, rispettosa, che unisce e incoraggia per una trasformazione culturale e sociale che ci tocca da vicino: è in gioco il futuro della nostra storia.