“Intelligenza Artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”. È il titolo scelto da Papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si celebra domenica e che l’Ufficio diocesano anticipa con il primo incontro a Rivarolo sabato, e accompagna poi nei due sabati successivi con incontri a Chivasso e Ivrea (ne scriviamo ampiamente alle pagine 2 e 3 del giornale).

Il nostro Vescovo Edoardo invita alla partecipazione attenta e attiva. Come per la Giornata della Pace, anche qui il tema è quello dell’IA: un diavolo dentro casa? L’IA è entrata completamente nel quotidiano senza che ne fossimo veramente preparati: ora serve capirla, usarla, gestirla, giudicarla.

L’approccio del Papa è improntato a vedere l’altro non solo come un dato o un numero, ma come una persona unica con la propria storia e dignità. Ci invita a esaminare ruolo e impatto dei nuovi strumenti di comunicazione e di conoscenza, basati sull’uso dell’IA, nella nostra società sempre più complessa e interconnessa. Trasformazione, anzi, rivoluzione non priva di rischi, come la standardizzazione del pensiero e della comunicazione, privando le persone della loro individualità e della loro capacità critica. Al fianco dei rischi ci sono le opportunità indotte dall’IA.

Il Papa suggerisce di promuovere una cultura della verità, della responsabilità e della solidarietà on-line, una maggiore alfabetizzazione mediatica e digitale, tra i giovani e gli adulti. Giovanni Tridente, professore della Pontificia Università della Santa Croce, esperto di intelligenza artificiale, sostiene che una delle grandi opportunità offerte dall’IA è rendere l’uomo ancora più centrale nella sua esistenza.

Tuttavia, ciò comporta anche una serie di sfide che richiedono una responsabilità collettiva. È importante riconoscere che l’uomo è il principale artefice di queste tecnologie e che quindi ha il compito e il potere di guidarne il corretto utilizzo. E questo implica un impegno educativo e un costante sforzo per garantire che l’IA sia al servizio di tutti, non solo di pochi privilegiati.

L’IA è un segno dei tempi, destinata a rimanere nel tempo. Saremo governati dall’IA o saremo uomini e donne che governeranno e si serviranno lodevolmente di questo strumento? Urge darsi delle risposte.