Vogliamo credere, anche contro certe evidenze che si stanno comunque indebolendo, che le difficoltà degli ultimi due anni dovuti alla pandemia, e quelle più recenti, di carattere economico, legate soprattutto agli aumenti delle bollette e del carrello della spesa (tanto per citare due tra i maggiori problemi) non ci abbiano incancrenito nel distanziamento gli uni dagli altri, resi intolleranti a oltranza, incuranti per sempre degli altrui disagi; ma, scoprendo realmente di essere “sulla stessa barca”… vogliamo credere nel rilancio della solidarietà e della carità.

Natale porta da sempre alla ribalta le criticità del disagio e delle povertà, proponendo iniziative e azioni per alleviarli, facendo leva sulla sensibilità e generosità di ciascuno. Di povertà ce ne sono di tanti tipi; rivendichiamo però di aver scritto convintamente più volte di quella che stenta ad emergere nella sua gravità: la povertà sanitaria.

È facile vedere chi manca di cibo, vestiti, alloggio, lavoro… è più difficile immaginare che quella persona lì – proprio quella incontrata 5 minuti fa – non si cura perché non ha i mezzi per farlo. In povertà assoluta vivono quasi 6 milioni di persone e circa il 7% di queste, cioè 390 mila individui, sono in condizioni di povertà sanitaria. Lo racconta bene il 10° rapporto sulla Povertà Sanitaria di Banco Farmaceutico.

Cosa vuol dire vivere in condizioni di povertà sanitaria? Vuol dire risparmiare (sic!) rinviando o rinunciando a visite, accertamenti, medicinali. Il che succede a quasi 5 milioni di famiglie, cioè 11 milioni di persone. “Il 60% della spesa sanitaria dei poveri è destinata alla spesa per farmaci a fronte dell’equivalente 38% delle famiglie non povere. Questo perché il Ssn non offre alcuna copertura per i farmaci ‘da banco’, non avendo introdotto distinzioni tra chi è sotto la soglia di povertà e chi è al di sopra”, si legge nel rapporto.

Ma anche 13 famiglie non povere su 100 hanno rinunciato alle cure benché una persona non povera abbia a disposizione 66,83 euro mensili per la salute, sei volte tanto una persona povera che ne ha 9,9.

Alla luce di tutto ciò, ritroviamo dunque lo stimolo alla solidarietà alla quale il Natale ci invita, ma speriamo fortemente che queste “brutte notizie” siano seriamente considerate dalle Istituzioni affinché prendano coscienza di come vive la gente, e attuino misure e politiche capaci di sconfiggere diseguaglianze, disagi e povertà.