Le “Giornate” dedicate a qualcosa o a qualcuno sono tante nel calendario moderno. La settimana scorsa abbiamo voluto anticipare la presentazione della “Giornata dei poveri” che si celebra domenica, e su questo numero anticipiamo la “Giornata Mondiale della Gioventù” di domenica 24, solennità di Cristo Re.
È un tentativo di annunciare qualcosa “per tempo”; se da una parte c’è il rischio che “col tempo” le cose si dimentichino, dall’altra c’è che “col tempo” è data possibilità di approfondire e prepararsi.
La “speranza” è ancora il messaggio centrale, così come lo è per il Giubileo 2025: la speranza che non delude, che fa camminare senza stancare. “Meglio stanchi ma in cammino che la noia di chi è fermo” indica Papa Francesco, che invita a superare apatia e rifugio nelle trasgressioni e a mettersi in viaggio non da turisti “a caccia di selfie”, ma come veri pellegrini.
I giovani oggi vivono un momento complicato, in subbuglio per i destini del mondo, in apprensione per il loro futuro di studenti, lavoratori, genitori e cittadini, cui dovranno assicurare il loro contributo da adulti impegnati in politica, nel sociale, nell’economia…
C’è il rischio che l’incertezza di oggi, il cambio di tanti paradigmi del vivere quotidiano in famiglia, nella scuola, nello svago, la frantumazione di valori fondanti, gettino nelle braccia della noia, della trasgressione e di realtà distruttive chi non riesce a vedere sbocchi per i propri sogni e aspettative.
È tutto da riscoprire il “motto”, diventato per lui impegno reale, che Pier Giorgio Frassati, morto a soli 24 anni, aveva sintetizzato con “vivere e non vivacchiare”: che la dice lunga sull’essere protagonisti e non spettatori di questo cambio d’epoca. “W Cristo Re” è, invece, parte del messaggio scritto con il dito intinto nel suo sangue da Gino Pistoni sul sacchetto del pane prima di morire dissanguato, colpito da una scheggia di proiettile che gli recise l’arteria femorale.
È descritto come un “giovane pieno di vita, dotato di un fisico atletico, praticò con successo il calcio, il basket, lo sci e l’alpinismo; partecipando all’Azione Cattolica continuò la sua vita di sportivo e aumentò, con il suo carattere sereno, lo spirito, la gioia e l’allegria del gruppo. Prese sul serio i suoi impegni e rese una preziosa testimonianza in tutti gli ambienti che frequentava”.
Nacque nel 1924, morì nel 1944. Aveva 20 anni. Era un giovane.