Siamo entrati nei mesi del rinnovo dell’abbonamento al nostro giornale: nella versione cartacea per la maggior parte di voi, tanti comunque anche quelli che scelgono il giornale digitale.

L’abbonamento fa subito pensare ai soldi, al costo per riceverlo tutto l’anno. Ed è anche vero, ma non è tutto riducibile (e riconducibile) ai denari. È una questione di affetto reciproco e di stima reciproca che ci fa scrivere per voi, e voi leggerci. Anche quando, come con i bambini, qualche volta si sbotta perché si vorrebbe che fossero, dicessero, facessero, pensassero sempre a somiglianza dei genitori.

Si è tenuto a Roma, nei tre giorni appena trascorsi, un convegno sotto l’egida della Cei sui “servizi informatici” per le diocesi, in cui è stata inserita anche una giornata di lavori dedicata specificatamente ai “servizi per la comunicazione diocesana e parrocchiale”.

Siamo ancora molto lontani da ciò che i professionisti cattolici elaborano e ci propongono per far funzionare la comunicazione nei nostri ambienti; siti, social, app, giornali… per far transitare informazioni, creare opinioni, formare giudizi, tessere relazioni, evangelizzare. Neanche mancassimo di “armi”, talvolta forse un po’ spuntate: ma il potenziale c’è, esiste, bisogna metterlo in moto vincendo le tradizionali resistenze e le titubanze di fronte a orizzonti tecnologici nuovi che scombussolano il tran tran dell’aver sempre comunicato in un certo modo. Che oggi però non tiene più.

La strategia indicata dal convegno sta nel titolo di uno degli incontri: “Costruire e alimentare una RETE di persone nelle comunità e nei territori; un impegno per tutti”. Più semplicemente “fare RETE” utilizzando la ricchezza dei “punti” di incontro e di sviluppo che la “nostra RETE” ha già e che tanti vorrebbero avere – e non hanno, o la devono faticosamente costruire ad hoc – della nostra stessa ampiezza.

Ha messo il dito nella piaga Massimo Monzio Compagnoni, esperto di comunicazione e oggi responsabile del servizio per la promozione al sostegno economico della Chiesa, il cui intervento è stato centrato sul tema della “RETE”.

Compagnoni ha riconosciuto il potenziale del sistema – se integrato – dato dalle nostre realtà ecclesiali, dalle parrocchie ai movimenti, dagli oratori alle opere di carità e accoglienza, dagli istituti educativi alle aggregazioni ecclesiali… fino alle singole persone impegnate e attive che, se “in RETE”, possono portare ai risultati a cui ciascuno ambisce nello svolgimento della propria missione.

E, piccola grande cosa tra le tante, anche il rinnovo dell’abbonamento al giornale passa meglio, se passa “in RETE”.