Anche se si celebrerà tra due domeniche, non è male anticipare qualche considerazione sulla prossima “Giornata mondiale dei poveri” del 17 novembre – giunta all’ottava edizione e nata dal “Giubileo della misericordia” del 2015 – , al fine di comprenderla meglio per esserne partecipi e attivi. Fortemente voluta da Papa Francesco, la Giornata vuole incoraggiare tutti a opporsi alla “cultura dello scarto e dello spreco”, abbracciando la “cultura dell’incontro”. “La Chiesa – ha scritto il Papa –, attraverso azioni tangibili delle comunità cristiane, diventi sempre più segno della carità di Cristo verso gli ultimi e i bisognosi”.

Il Papa desidera “che le comunità cristiane si impegnino a creare momenti di incontro e amicizia, di solidarietà e aiuto concreto. Se nel nostro quartiere vivono poveri che cercano protezione e aiuto, avviciniamoci a loro; accogliamoli come ospiti privilegiati alla nostra mensa; potranno essere maestri che ci aiutano a vivere la fede in maniera più coerente”.

Il tema della ottava Giornata è “la preghiera del povero sale fino a Dio”, frase tratta dal libro del Siracide, che prepara all’avvio dell’Anno Santo 2025 e ci sollecita: “attraverso la pedagogia dei fatti, educhiamo alla carità e impegniamoci a tradurre in azioni concrete il progetto di Dio”.

Fa eco la denuncia del presidente Cei, il cardinale Zuppi, alla 40ª assemblea dei Comuni italiani: “C’è tanta sofferenza in giro nel Paese e i sei milioni di italiani che vivono in povertà sono una cosa che ci deve scandalizzare. Spessissimo chi vive la sofferenza più diretta sono i Comuni e la Chiesa”. Perché? Perché i poveri (termine inteso nella sua accezione più ampia) si rivolgono principalmente proprio ai Comuni e alla Chiesa per trovare risposte ed essere sostenuti. Lo squarcio aperto dalla povertà diventa più profondo e largo se si sommano povertà e solitudine; “bisogna essere consapevoli che la solitudine fa male – insiste il cardinale Zuppi –, e se la politica deve dare risposte di sistema, l’io deve diventare un noi che fa rete, per risposte alla povertà efficaci, condivise e sostenibili”.