“Non siamo i padroni della vita, ma facciamo di tutto per accoglierla e difenderla. Mi piace paragonare il Movimento per la Vita a un motorino di avviamento. Fin dagli inizi abbiamo scelto di essere il lievito nella pasta e provato a tenere sempre accesi i riflettori sul fondamentale tema della vita assumendoci la responsabilità di difenderla e accoglierla sempre dal concepimento alla morte naturale”: parola di Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita, al 44° Convegno nazionale di Mogliano Veneto dedicato al tema “Parole di speranza. Il servizio alla vita tra cultura e volontariato”, che sottolinea il legame con il Giubileo della Speranza ormai alle porte. Perché tutelare la vita è aprirsi alla speranza.

Affermazioni che si basano su una solida realtà: i numeri. Dal 1975 a oggi i bambini nati grazie ai Centri di Aiuto alla Vita sfiorano i 280 mila, di cui 5.940 nel 2023. Sempre l’anno scorso le gestanti aiutate sono state 8.234 e le donne assistite 14.216.

“Numeri – osserva Casini – frutto di un volontariato appassionato e non appariscente. Dobbiamo tornare all’essenziale, e cioè guardare al bambino concepito, e non ancora nato, come a uno di noi”. Dal Convegno è uscito chiaro il messaggio che, dopo 50 anni di attività, stare dalla parte del bambino è stare dalla parte della mamma e viceversa e che il conflitto tra i due è puramente ideologico: mettere una contro l’altro è falso e ideologico.

Viene a galla la domanda quanto mai attuale: e i figli concepiti in provetta o che nascono da “maternità surrogata?”. “Condanniamo non il frutto ma la pratica che, in riferimento alla maternità surrogata, resta aberrante e disumana – risponde Marina Casini –. Assistiamo alla rivendicazione del diritto ad avere un figlio a tutti costi, e costi quello che costi, una ricerca spasmodica che travolge tutto e tutti, che utilizza le donne come mezzi per giungere al fine, che sfrutta la loro povertà e indigenza. E non dimentichiamo il mai sopito commercio di embrioni”.

Ma la vita non si compra mai.