Succede. Eccome se succede… che quel più o meno leggero senso di invidia ci pervada davanti a chi sta partendo per le ferie, o è già partito. Un congiunto soprattutto, oppure amici, colleghi di lavoro, un capo… insomma, qualcuno del nostro stretto giro di parentela, amicizia, lavoro. Non c’è nulla di più normale che salutare il vacanziero inneggiando alla sua fortuna di potersene andare mentre noi stiamo qui, sulla breccia, al caldo e al lavoro.

Lui, o lei, o loro… sono i fortunati! Noi, no! Forse un giorno, ma per ora no! Quel senso di invidia rode anche un po’ di più al pensiero quotidiano, dal quale non siamo affatto indenni, di immaginare il nostro vacanziero steso al sole, in giro per belle città, sui monti a passeggiare, e a fare quella bella vita (anche mangereccia) che al momento ci è negata. Vacanziero fortunato. Noi, ancora una volta, no! Qualche rimpianto per caso?

Non ci viene mai da pensare che le vacanze altrui fanno bene anche a noi. Gustare quel simpatico e originale “vuoto” che si crea attorno, che ci risparmia tanti bla bla nostri e altrui, tanti reciproci sorrisi talvolta un po’ forzati, tanti incontri bilaterali controvoglia, persino le overdose di aperitivi del venerdì sera e quel tempo che non basta mai per fare tutto quello che se il vacanziero non fosse in vacanza, ci chiederebbe.

Mai pensato che anche non andare in vacanza può essere proprio una bella vacanza? Ovviamente se ci vanno gli altri, permettendoci di disporre di quello spazio – fisico e mentale – che altrimenti sarebbe sempre occupato. Non stiamo parlando di parcheggi finalmente liberi, né dei volumi dei rumori cittadini abbassati, neppure delle misere code nei negozi. Certo, anche queste situazioni favoriscono il benessere della vacanza di chi in vacanza non ci è andato.

Ma la parte del leone la fa la contentezza di chi è in vacanza, che si riversa (in forma più o meno misteriosa), su chi è rimasto a casa a fare i conti con se stesso, libero di fare ciò che piace di più, spezzando routine stringenti e stressanti, guardando in faccia la realtà delle belle cose che lo circondano e che sembra non aver mai visto prima d’ora.

Ma – attenzione, perché tutte le cose belle finiscono – con le ore contate, che inesorabilmente passano e avvicinano il ritorno del vacanziero fortunato.