La scuola sta per finire, si avvicinano le vacanze, tanto tempo libero per i ragazzi e tante preoccupazioni per i genitori che lavorano e che devono “piazzare” i figli. L’oratorio ritorna ogni estate; non farà male porre attenzione e rispolverarne il senso e il significato del suo essere e del suo operare.

Don Angelo Bianchi, parroco di Castellamonte, animatori e suore nei giorni scorsi hanno fatto girare sul web una puntuale riflessione sull’oratorio che è bene riprendere, cercando di contribuire, anche da queste colonne, a che non cada nel vuoto.

Ecco cosa c’era scritto nel post: Perché vado all’oratorio, o mando mio figlio all’oratorio? Che cosa significa ai nostri giorni frequentare l’oratorio? È essenziale rispondere con lealtà a questa domanda, proprio per non trasformarlo in un luogo insignificante, dove persone sfaccendate e senza ideali si ritrovano solamente per dare un calcio al pallone o per sorbirsi una bibita a prezzi inferiori degli altri bar cittadini. L’oratorio non sforna soltanto palloni, tennis, campi da gioco, film. Offre dell’altro, o meglio, l’Altro con l’iniziale maiuscola, l’Amico dei ragazzi. L’oratorio rivive il punto di partenza della sua Parola e della sua attualità, quando arriva il momento dell’incontro con Dio. Senza questo assomiglierebbe a qualsiasi centro sociale o ricreativo.

L’oratorio, allora, sia un luogo aperto, ma non manchi quella serietà e quella disciplina che sono fondamentali per una convivenza umana e per un’educazione cristiana. Il lievito perenne che può portare i suoi frutti funzionerà se e solo qualora l’oratorio avrà a cuore, la formazione umana e cristiana.

Un gruppo di mamme scriveva su una rivista: “Abbiamo scelto l’oratorio per i nostri figli, proprio perché è la miglior agenzia specializzata per educare. Abbiamo scelto l’oratorio perché non restino uomini a metà e perché cresca l’uomo integrale, non solo fatto di sport, gioco e cultura, ma anche di Dio”.

Una grande opportunità, quindi, e una risorsa educativa di qualità, un ambiente a misura di bambino e di ragazzo, ricco di valori e sereno. Non un posto qualunque, non un parcheggio a buon prezzo, ma un luogo dove parrocchie, diocesi e la Chiesa in generale, sono in prima linea con tante attività, dove sacerdoti, suore, volontari e operatori insegnano ai bambini a crescere insieme, anche con lo sguardo rivolto in Alto.