A tutti è più o meno capitato di aiutare i missionari a svolgere la loro missione, con denari, materiali, beni, viaggi brevi per portare un po’ di tecnologia per le comunicazioni, l’acqua, le costruzioni. Ma come aiutare i missionari a muoversi in fretta e a superare gli ostacoli della natura, territori vastissimi, strade quasi inesistenti, luoghi impervi e pericolosi, villaggi sperduti ma che proprio per questo sono da visitare regolarmente, per portare i segni concreti della carità e le parole di speranza del Vangelo? Semplice! Basta insegnare loro a volare. Che tanto strano – come ragionamento – non è.
“Missionari con le ali” edito da Effatà nel 2015 è il titolo del libro di don Paolo Gariglio, oggi 93enne. Pagine che raccontano la storia, appassionante e poco conosciuta, del Centro Internaziona-le di Aviazione e Motorizzazione Missio-naria, nato a Torino nel 1959 per insegnare a preti, frati e suore a guidare aeroplani. Durò pochi anni ma l’aviazione missionaria proliferò in molte regioni.
L’autore stesso contribuì a dargli vita, insieme al generale Francesco Brach Papa e altri amici. Un’idea divenuta realtà; furono alcune decine i piloti e le pilotesse “missionari” brevettati in pochi anni dalla scuola torinese, che a loro volta costruirono decine di piccole piste in Africa, Amazzonia e Polinesia e istruirono altri missionari. Tra coloro che ottennero il brevetto c’è il saveriano Siro Brunello: in Amazzonia nel 1964 trova missionari che operano con grande difficoltà: per raggiungere i villaggi devono percorrere lunghi sentieri fangosi nella foresta e in canoa lungo i fiumi. La situazione cambia grazie al prete pilota.
I missionari riescono a ottenere un “Piper” dall’Aero Club di Paranà, aereo piccolo, due posti stretti, il motore parte facendo roteare a mano l’elica ma svolge egregiamente la sua funzione. Racconta padre Siro: “tra venti, piogge e la modesta potenza del motore del velivolo abbiamo vissuto qualche avventura”. Già! Lo immaginiamo, avendone conosciuti alcuni che nelle vastità africane si muovevano nell’aria.
Le prime allieve furono quattro suore Luigine di Alba: con il velo e l’abito nero lungo seguirono le lezioni e appresero la navigazione aerea. Una di loro dopo il primo volo disse che era più facile che guidare l’auto. Dare le ali ai missionari è come mettere le ali al Vangelo; volano entrambi sopra lande senza fine e spargono i loro semi di bene.