Tempo di statistiche. Istat dice che l’Italia è divisa quasi perfettamente in tre aree: cattolici praticanti, cattolici non praticanti, “altri”. Atei e agnostici, da soli, fanno quasi metà degli “altri”. I credenti sono l’82% (di cui 66,7% cattolici e 15,3% altro), i non credenti sono il 15,3% della popolazione (di cui 9% atei e 6,3% agnostici). L’Italia pullula di sette sataniche ed esoteriche; la percentuale di affiliazione non è data a sapere. L’Annuarium statisticum Ecclesiae 2023 dice che aumentano i cattolici nel mondo: sono 1 miliardo 406 milioni.

Sono solo cifre, che nulla dicono della fede e della pratica religiosa, dell’ateismo e della non credenza delle persone. E come cifre vanno prese. L’Africa ha il 20% dei cattolici, l’America il 47,8%, l’Asia cresce di 0,6 e l’Oceania dell’1,9, l’Europa dello 0,2 con una stagnazione demografica allucinante.

Ci sono più vescovi (5.430, compresi ausiliari e i molti emeriti) e meno preti, mentre “esplode” il numero dei diaconi permanenti; nel 2023 sono 51 mila 433 con un incremento del 2,6%, soprattutto nelle aree con minor numero di preti. L’Annuario annota: “l’opera di tali operatori pastorali non incide ancora abbastanza” sulla mentalità dei cattolici che abitualmente li ignorano, forse poco edotti sul ministero che svolgono.

Prosegue il crollo dei religiosi (sacerdoti e fratelli) e delle religiose, “seppure a un ritmo meno intenso” e sostanzialmente attribuibile a un aumento delle morti dovute all’età avanzata. Viene da fare qualche previsione sulla geografia religiosa nel 2050, con l’aiuto del Pew Research.

L’Islam sarà probabilmente la religione in più rapida crescita per l’alto tasso di natalità nei Paesi a maggioranza musulmana. Entro il 2050, i musulmani potrebbero essere numericamente quasi alla pari con i cristiani; il forte aumento è previsto soprattutto in Africa e Asia. Specialmente in Europa, Stati Uniti, Canada e Australia si prevede un forte aumento delle persone senza affiliazione religiosa, inclusi atei, agnostici e persone che si dicono “spirituali, ma non religiose”.

L’India, pur rimanendo a maggioranza indù, avrà la più grande popolazione musulmana, anche qui grazie all’elevato tasso di fertilità. In Cina la religione continuerà ad affrontare restrizioni governative, tuttavia il cristianesimo potrebbe crescere, così come il buddismo e le religioni tradizionali cinesi. Entro il 2050 il mondo sarà ancora fortemente religioso, ma con un equilibrio di potere diverso: il cristianesimo e l’Islam domineranno la scena, il secolarismo aumenterà in Occidente, l’Africa diventerà un epicentro spirituale e attore centrale nella geopolitica religiosa globale.