“Oltre le passioni tristi. Credenti che contagiano speranza”. Questo il titolo che accompagna il Messaggio della Cei per la 35ª Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei che si celebrerà il 17 gennaio 2024, alla vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

Il messaggio – a cura della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo – fa riferimento al passo biblico del profeta Ezechiele: “Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti”.

“La situazione descritta dal profeta appare disperata – commentano i vescovi –. Le ossa inaridite richiamano l’immagine della sconfitta dopo la battaglia; la speranza svanita dice la sfiducia nel futuro e la paura. Su tutto domina un senso di morte e di pessimismo. Trionfano le passioni tristi: impotenza, delusione, inutilità, paura”.

Rimestiamo in questo pessimismo e viviamo da vittime impotenti, uniamo rabbia e rassegnazione, che aleggiano anche nell’insieme della nostra società, spesso ripiegata sul presente, aggrappata al presente, incapace di fiducia nel futuro. In tale contesto, al credente viene affidata oggi una “missione”: “annunciare possibilità che vanno oltre l’esistente, possibilità che emergono dall’esistente e aprono prospettive inaspettate e che sono tutte collegate esclusivamente all’azione di Dio”.

A questo proposito, la Commissione Cei fa riferimento al Cammino sinodale delle Chiese in Italia: “Ci auguriamo che il Signore, attraverso il Cammino sinodale, rigeneri fiducia e coraggio nella nostra Chiesa e, soprattutto, aiuti tutti i credenti ad essere capaci di contagiare di fiducia e coraggio i nostri contemporanei”.

Ma perché la speranza “non sia irenica e disincarnata, deve appoggiarsi su una continua conversione: nel rapporto con Dio, nel rapporto fra persone, nel rapporto tra Stati, nel rapporto con la terra. Solo così possiamo sperare in un mondo in pace, riconciliato, giusto, rispettoso del creato”.

“Auspichiamo una rinnovata passione per la Scrittura – conclude il messaggio – certi che proprio le sue pagine possono rigenerare in noi passioni felici, aiutarci a sostenere l’umano che è comune, contagiare speranza”.

Ci chiediamo se è possibile che la sofferenza di tante persone per le guerre non provochi un sussulto. Nel corpo dolorante dell’umanità immettiamo il flusso del-l’Amore e della pace, sostenuto da una preghiera costante.