Tra le notizie di ogni giorno, questa la possiamo considerare “buona”. “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”.
Con questa frase le attività sportive entrano nella nostra Costituzione, grazie al voto unanime della Camera dei Deputati che ha approvato in via definitiva la legge di revisione costituzionale, neppure subordinata alla possibile richiesta di un referendum. La revisione verrà integrata all’interno dell’articolo 13. Finora l’unico richiamo presente nella Carta, introdotto con la riforma del 2001, lo si trovava al terzo comma dell’art.117, relativo all’ordinamento sportivo.
Ora è però importante che “l’attività sportiva in tutte le sue forme” trovi applicazione concreta nella vita quotidiana, modificando quel sentimento – anche molto italiano – che la considera secondaria, lasciandola “in coda” soprattutto nelle scuole, non favorendo né l’apprezzamento né la pratica già in giovane età.
Ne serve di più a scuola e non perché ce lo chiede la “solita Europa” ma perché conosciamo il valore aggiunto che porta con sé, non da ultimo un comprovato migliore rendimento scolastico degli studenti. L’attività fisica e sportiva in orario scolastico rappresenta per molti una delle poche occasioni quotidiane “di movimento”, perché fare sport ha un costo economico e di tempo che non tutte le famiglie possono permettersi. Altri Paesi fanno meglio di noi: alla maturità in Francia si portano anche materie “sportive” sia pratiche che teoriche.
Negli Stati Uniti sappiamo che le Università hanno vere e proprie squadre di numerosi sport che competono tra loro nei rispettivi circuiti, generando mentalità aperte anche al sano business, che dal canto suo garantisce significative borse di studio.
Lo sport in tutte le sue forme, praticato a livello agonistico o dilettantistico, rappresenta comunque uno strumento che va anche al di là dell’attività in sé; è strumento di integrazione, di sviluppo, di dialogo, di diffusione di valori.
Suggeriscono gli esperti che l’educazione allo sport deve accompagnare i nostri giovani dalla prima elementare all’Università, sia negli orari scolastici sia sviluppando attività extracurriculari.
Investire nell’educazione al movimento e al benessere fisico – a scuola e nel tempo libero – sin dai primi anni di vita, è sempre redditizio.