Questo numero del giornale chiude i primi sette mesi di attività del 2024, apre alla pausa estiva dei soliti tre numeri, che saltiamo nel mese di agosto, per ritrovarci poi in edicola di nuovo il 29 agosto e affrontare gli ultimi mesi di quest’anno: sul quale pendono giudizi e valutazioni contrastanti, a seconda da dove lo si guarda, e soprattutto da come lo si è vissuto.

Ciascuno di noi avrebbe la sua da dire, e differirebbe dall’opinione di altri, perché il vissuto ci appartiene ed è condivisibile solo fino ad un certo punto. Rimane quella sfera personale intoccabile dentro la quale non lasciamo entrare nessuno.

È il momento di augurarci buone vacanze, almeno a livello delle aspettative che abbiamo su di esse: aspettative che nel corso degli ultimi anni parrebbero essersi ridotte a causa di risorse economiche familiari che non sono più così disponibili come un tempo. Alla fine, comunque vada, vince la regola di “staccare” dalla solita routine per ri-prendere spazi e tempi personali e familiari sfilacciatisi nei lunghi mesi di impegni e lavoro. Lo stacco, poi, ciascuno lo riempie di ciò che può.

L’importante sarebbe che non rimanesse vuoto perché, come per tutti gli altri giorni, settimane e mesi, il tempo scorre veloce, e restare a mani vuote non è mai un bel segno.

Il periodo estivo, e quello delle vacanze in particolare, non ci impediranno un giro d’orizzonte per guardare – magari in maniera più calma e approfondita –quanto succede vicino e lontano da noi. E non è sempre uno spettacolo incoraggiante, a partire dalle guerre, per arrivare alle povertà di ogni genere che affliggono uomini e donne, qui e altrove nel mondo. La tregua olimpica proposta dal Papa è rimasta inascoltata così come tanti altri appelli, non solo contro le guerre. Ma ci ostiniamo a credere che vi siano ancora tante cose belle e testimonianze positive su come vivere la vita.

Non c’è dubbio che non è facile scorgerle, apprezzarle e usarle per generare a nostra volta altre cose buone e belle.

In vacanza si potrebbe tentare proprio questo: farsi largo tra le tragicità (che non vuol dire ignorarle, ma anzi, capirle e conoscerle meglio) e trovare spunti e testimonianze positive capaci di generare in noi anche la ripresa mentale e spirituale, perché la ripresa fisica da sola non basta per far dire che è stata una buona vacanza.