Quando il Papa parla purtroppo ognuno salva quello che gli interessa, spesso quello che fa più comodo. Di uno stesso intervento è curioso vedere come le testate giornalistiche prendano indirizzi quasi opposti, e quando lo si ascolta dal vivo capita di rimanere colpiti da qualche gesto o sottolineatura a cui lo scritto non rende giustizia. Domenica scorsa in Piazza San Pietro Papa Francesco ha canonizzato 14 nuovi santi; sul finire dell’omelia, con i fotografi che avevano già le immagini e i redattori che avevano appuntato le loro tracce, in Piazza risuona sommessa una frase, quasi passata in sordina. “Questi nuovi santi […] si sono fatti servi dei fratelli, creativi nel fare il bene”. Questa frase merita di essere ruminata.
Nel sentore comune il “creativo” è un diverso. Fra i giovani ancora di più, nei giudizi intra-generazionali verso i giovani non ne parliamo. Sei creativo? Risultati scolastici pessimi. Sei creativo? Difficoltà relazionali alle stelle. Sei creativo? Sai quanti film han fatto su quelli come te! Crescendo e trovando un posto nel mondo alcuni cambieranno magari idea, ma per molti sarà sempre meglio un lavoro in banca. Tutto questo perché l’accezione di creativo che abbiamo è piuttosto limitata e settoriale.
Indubbio vedere nell’Imago Dei la descrizione più fedele e profonda dell’uomo, questi nelle sue azioni viene mosso dal potere attrattivo del bene e imita l’azione creativa di Dio. Concetto complicato che sottolinea una portata decisamente più ampia dell’idea di creatività rispetto a quella comunemente diffusa. Fare il bene con creatività è l’invito a percorrere la vastità innumerabile delle strade guardando sempre verso l’alto, a Colui che stiamo imitando.
Non c’è nessuna stonatura con il significato base del termine, per cui creativo è il diverso. Questi infatti segue paradigmi fuori dagli schemi, ne costruisce di propri. Essere diversi oggi è uscire dai soffocanti muri della società, è riuscire a respirare aria pura. Essere diversi è scegliere la cultura della vita in una società di morte, è abbracciare l’umano rigettando il comodo egoismo. È non pensarsi padroni del mondo chiudendosi in sterili pessimismi per le delusioni della vita. È sapersi rialzare consci di non essere soli. È abbracciare Cristo.
Oggi essere diversi è scegliere Cristo. Il creativo sceglie Cristo e, nella sua imitazione, diffonde il bene. E il mondo se ne accorge e ringrazia.