(gabriella franzino – edy guglielmetti) – Si sono iniziate a Feletto le celebrazioni estive nelle Cappelle del paese dedicate alla Madonna.

Primo appuntamento venerdì 12 luglio con la novena per la festa della Madonna del Carmine nell’omonima chiesetta posta all’ingresso del paese per chi giunge dal ponte sull’Orco.

Tra preghiere del S.Rosario e Ss.Messe serali la bella chiesa si è animata, in questi giorni di luglio, per culminare con la S.Messa Solenne sabato 20 celebrata da Don Stefano Teisa, a cui ha fatto seguito la processione per le vie del paese portando la sacra effige della Madonna, bella statua lignea policroma, in cui la figura di donna dai lineamenti gentili, tiene in braccio il Bambinello.

La Chiesa in stile barocco, la cui realizzazione si iniziò verso la metà del ‘700 sul sito dove sorgeva, fin dai tempi antichi, una cappella dedicata alla Vergine del Carmelo, si può ben definire un piccolo gioiellino barocco, tenuta con immensa cura dai priori che si sono succeduti nel tempo.

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E se anche, come ha sottolineato il Parroco nel corso dell’omelia citando Papa Benedetto ai tempi in cui era affermato professore di Teologia, negli anni ‘60, bisogna guardare a Dio e tornare all’essenziale, come non ricordare la solennità della festa di tanti anni fa quando, nella chiesa gremita che non poteva contenere tutti i fedeli, all’altare più Sacerdoti concelebravano il rito in paramenti solenni, uno stuolo di chierichetti nelle tuniche bianche bordate di rosso, dondolandosi in gesti infantili, talvolta con qualche chiacchiera clandestina e un sorrisetto;  le donne accaldate sventolavano i loro ventagli leggeri, mentre gli uomini si sistemavano in piedi al fondo della chiesa e quelli “meno pii” restavano fuori ad attendere la fine dell’omelia, parlando dei raccolti e del bestiame, della tempesta e delle vendite dei terreni, persuasi che anche quel bisbigliare fosse pregare.

Dopo la S.Messa la processione, con una lunga e interminabile (nei miei ricordi di bambina) fila di fedeli, ordinata secondo uno schema strutturato puramente teorico, ma scompigliato dalla fantasia e dalla imprevedibilità della gente: chi non teneva il passo, chi si spostava per una chiacchiera o un commento, chi assorto nei suoi pensieri si estraniava da tutto… la processione per la festa faceva il giro lungo disegnando un perimetro che racchiudeva tutto il Borgo.

Poi il rinfresco nel cortile dei priori, rinfresco che allora si chiamava bicchierata ad indicare che noi bambini, non ancora piccoli semidei odierni, non eravamo certo nei primi pensieri degli adulti.

Altri tempi, enfatizzati forse da ricordi di bambina che, complice la libertà estiva, rendevano tutto più ammaliante.

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Ma la Chiesa è ancora lì, baluardo di fede per chi vuole trovare riparo; oggi come ieri la campana del piccolo campanile che ha suonato anche per scongiurare la grandine, richiama sempre i fedeli ad entrare nella Casa dove una Donna con in braccio un Bambino ci invita alla sequela di quel Suo così unico Figlio.

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Molto sentita – a proposito di ricordi –  la descrizione della Chiesa del poeta dialettale felettese Pier Luigi Franzino scomparso nel 2017 che, molti anni orsono, in una sua poesia dedicata appunto a questa Cappella scriveva:

Chi a resta e chi a va

………..

Sèmper lì, a l’ingress dël pais,

con ij crij ‘d tante rὸndole antorn,

e ij profum, e l’incant, e ij color

dle stagion che a ven-o e a van.

Semper lì, coma ier e doman.

…………….

Chi resta e chi va

………………

Sempre lì, all’ingresso del paese

Con le grida di tante rondini attorno,

e i profumi, e l’incanto, e i colori

delle stagioni che vengono e vanno

Sempre lì, come ieri e domani.

…………………

Ma noi viviamo nel presente; dal passato dobbiamo seguire il solco dei nostri avi, traccia lastricata da devozione ma anche impegno, dedizione, passione che si declina in agire, in aiuto sincero per gli altri.

E così, anche quest’anno, a corredo della festa, è stato allestito il mercatino di prodotti artigianali il cui ricavato è stato devoluto all’associazione Acqua nel Sahel per la costruzione di pozzi nel Burkina Faso, paese martoriato dalla povertà e, soprattutto, dal terrorismo di matrice islamica.

Il ciclo di funzioni è proseguito il 21 luglio con la messa domenicale per concludersi lunedì 22 con la celebrazione della Messa serale dedicata ai priori e benefattori defunti.

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