Nel Torinese non si ferma il consumo di suolo agricolo. I campi che producono cibo a km zero continuano a essere le aree dove vanno sempre a cadere le scelte per realizzare nuove opere pubbliche o nuovi insediamenti abitativi e produttivi. Secondo Arpa Piemonte il consumo di suolo nella provincia di Torino nel 2020 ha raggiunto 58mila237 ettari di superficie totale consumata. Un dato preoccupante se paragonato alla superficie agricola utile (terreni coltivati) che, per la stessa provincia di Torino, è di 211mila423 ettari mentre il restante territorio torinese (che in tutto misura 682mila700 ettari) è costituito da boschi, laghi e zone rocciose di alta montagna.
Nel Torinese sono davvero molti i progetti che prevedono un consumo di suolo agricolo. Dai nuovi ospedali proposti dalla Regione (in particolare Ivrea e Moncalieri) alla Variante alla strada statale 460 da Lombardore a Front, dai progetti di campi fotovoltaici in Canavese alla cassa di espansione della Dora Riparia, dal tracciato e opere accessorie della tratta nazionale della Torino-Lione all’ubicazione dei boschi urbani.
«Vogliamo ribadire con forza – sostiene Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino – che un terreno agricolo è lo “stabilimento” di produzione di un’azienda agricola e un’azienda agricola ha la stessa dignità economica e lo stesso valore sociale di un’altra azienda magari manifatturiera o dei servizi. Nessuna amministrazione si sogna mai di progettare un’opera pubblica o una variante urbanistica in sostituzione di una fabbrica, al posto di un centro commerciale o di una palazzina uffici. Le scelte ricadono sempre sulle aree coltivate, come se non si trattasse di terreni produttivi. I campi non sono terreni liberi, sono le fabbriche del cibo, oggi e nel futuro. È venuto il momento che le esigenze dell’agricoltura siano sempre tenute presente quando si progetta di occupare una superficie coltivata, qualunque sia la destinazione d’uso».
La situazione torinese riflette quella nazionale. Nello spazio di una generazione è scomparso più di 1 terreno agricolo su 4 (-28%) seguendo un modello di sviluppo sbagliato che purtroppo non si è ancora arrestato e mette a rischio l’ambiente, la sicurezza dei cittadini e la sovranità alimentare del Paese in un momento difficile. Lo afferma Coldiretti in riferimento al record degli ultimi dieci anni nel consumo di suolo in Italia fotografato dal Rapporto Snpa 2022 dell’Ispra.